Ecco uomini e obiettivi del nuovo primo azionista
La scalata su Mps arriva dagli Usa? Forse è presto per dirlo, o forse è solo fantafinanza, ma certo è che dal 29 luglio c’è un nuovo primo azionista nella banca senese e si tratta di una società di gestione del risparmio con sede appunto ne...
Da formiche.net
La scalata su Mps arriva dagli Usa? Forse è presto per dirlo, o forse è solo fantafinanza, ma certo è che dal 29 luglio c’è un nuovo primo azionista nella banca senese e si tratta di una società di gestione del risparmio con sede appunto negli Stati Uniti: York Capital Management Global Advisors ha il 5,025% della banca senese, secondo quanto risulta dagli aggiornamenti della Consob sulle partecipazioni rilevanti. La quota è detenuta a titolo di gestione discrezionale del risparmio.
SCALATA O SPECULAZIONE?
“La sgr americana supera dunque sia Fintech (4,5%) sia Axa (3% circa). Resta da capire a quale strategia risponda l’investimento: se, come sembra, a una normale politica di portafoglio, che dunque escluderebbe un interesse diretto nella gestione della banca; oppure a obiettivi più ambiziosi, legati alla governance (che sarà rinnovata nel 2015) – si chiede Cesare Peruzzi sul Sole 24 Ore – In questo secondo caso, York Capital potrebbe aderire al patto siglato dalla Fondazione Mps (2,5%) con Btg Pactual (2%) e la stessa Fintech; oppure dare vita a una propria cordata, una sorta di contro-patto per puntare a esprimere metà del board di Mps (lo statuto assegna questo diritto alla lista che ottiene più voti)”.
FONDATA NEL 1991
Per scoprirlo bisognerebbe sapere quali sono le strategie di James Dinan, che ha fondato la società nel 1991, poco più che trentenne e oggi compare nella classifica di
Forbes dei miliardari del mondo all’830esimo posto, 301esimo in Usa, con un patrimonio stimato di 2,2 miliardi di dollari. Dinan è il tipico self made man capace di dare vita al sogno americano e oggi è capo di un impero che gestisce 19 miliardi di asset con il fondo di punta del gruppo che ha reso il 16% netto nel 2013.
LA PACE MENTALE
A spulciare sul sito di York Capital Management, la notizia relativa alla scalata nemmeno compare. Né sulla stampa internazionale viene fatta alcuna interpretazione. Certo è che la mission di “York Capital Management è fornirti la pace mentale che deriva dall’avere un professionista che navighi le sfide emergenti che i tuoi investimenti affrontano” nel corso del tempo, così si legge sulla home del sito. Una pace mentale che a Mps in tempi di maretta come quelli che vive da un po’ non farebbe certo male.
DA DENVER A SIENA
A Denver, Colorado, Ycm si occupa di fondi pensione ma anche in generale di risparmio gestito e di consulenza su real estate, eredità, prodotti sanitari e programmi di risparmio per lo studio. E nulla farebbe presagire mire espansionistiche sul Belpaese.
Eppure, “ai prezzi di Borsa – scrive Repubblica - l’investimento sarebbe di 350 milioni, ma molto fa pensare che York detenesse già quote inferiori. A febbraio, quando la Fondazione sondò investitori in tutto il mondo per cedere il suo 33% della banca, il fondo basato a Denver fu tra i più interessati al dossier, in ottica di recupero macro dell’Italia facendo leva sul riassetto della banca e al suo ingente portafoglio Btp (una ventina di miliardi). Ancor prima, a fine novembre 2013, York fu tra i compratori dei bond Fresh, quando la locale Fondazione li liquidava a un decimo del valore”.
SPECULAZIONI GRECHE
Ycm compare nella lista stilata dal Financial Times a maggio 2013 come uno degli hedge fund che avevano partecipato, insieme a Farallon Capital, Qvt Finalcial e Dromeus, alla ricapitalizzazione delle banche greche, prima fra tutte “l’operazione da 550 milioni di euro di Alpha Bank, il secondo istituto di credito del Paese”. In fondo l’avanzata su Mps potrebbe avere lo stesso spirito di investimento speculativo e in effetti – come scrive ancora Repubblica: “Da febbraio in poi molti investitori internazionali erano rientrati sul comparto bancario italiano, e l’investimento a Siena era ritenuto uno dei più efficaci, sia per le potenzialità di ripresa di un’azione molto depressa dopo l’intervento del Tesoro (con 4 miliardi di Monti bond), sia per l’ampiezza degli investimenti in Btp dell’istituto (una ventina di miliardi)”.
Solo il tempo saprà svelere le reali intenzioni di Dinan.