La banca ricomincia da qui
Il futuro disegnato da Profumo è arrivato
Da International Business Time
Di Alessandro Proietti | 22.05.2014 11:00 CEST
Il Monte dei Paschi di Siena ha finalmente fatto quel decisivo passo che molti aspettavano da ormai due anni. Due lunghi anni, difficili, durante i quali più di una volta si è vista la disfatta come ormai prossima, inesorabile. Momenti di grandi tensione, in cui si parlava di fallimento e nazionalizzazione. Momenti che tutti i soci, con l'assemblea straordinaria conclusa, hanno definitivamente chiuso dentro un cassetto ora appartenente al passato. Sbrighiamo subito la pratica dei numeri, dei fatti, della news nuda e cruda: l'assemblea ha votato a favore dell'aumento di capitale da 5 miliardi di euro. Raggiunto il quorum del 33,3%, (con una presenza quasi minima, al 34,7%), il 96,68% ha risposto "sì", l'1,5% si è astenuto e solamente un residuo 'bastian contrario' da 1,71 punti percentuali ha detto "no" all'aumento di capitale. I soci, che si sono riuniti per la sesta volta negli ultimi 16 mesi (una sorta di record), hanno così acceso (velocemente, con l'assemblea finita inaspettatamente presto) il semaforo verde per quell'aumento che trova le proprie radici nella decisione di fine dicembre 2013 (all'epoca di 3 miliardi di euro). Una ricapitalizzazione che avverrà in un contesto relativamente tranquillo: benché doppia rispetto all'attuale capitalizzazione, sarà infatti garantita da un consorzio bancario.
Cinque miliardi di euro che hanno un futuro grosso modo già segnato: almeno 3 prenderanno la via del rimborso dei tanto chiacchierati Monti Bond (€4,07 miliardi in totale), 500 milioni serviranno per il sovrapprezzo e gli interessi, altri 200 milioni per le banche garanti di questa delicata operazione che avrà luogo tra la metà di giugno e quella di luglio. Altre manovre, nel medio e breve termine, non saranno avviate: "il nostro piano al 2017 - spiega l'ad Fabrizio Viola - non le prevede". E allora, per l'eventuale rimborso totale dei Monti Bond, si aspetteranno gli esiti "degli esami della BCE alle banche europee, a ottobre" (il CET 1, post aumento e rimborso da €3 miliardi, è dato da Viola al 13,3%).
Che aria si respira in quel di Rocca Salimbeni? I sentimenti che emergono ora sono contrastanti. Da una parte c'è sicuramente la 'gioia' di chi ci ha creduto sino in fondo, di chi ha fatto buon viso a cattivo gioco nei momenti peggiori proprio per portare a termine 'la missione'. E' il caso dell'ad Viola e, su tutti, del presidente Profumo. Conscio dell'ardua impresa compiuta, le sue parole sono cariche di sentimenti e spronate da un orgoglio ferito dai 'soci' nei momenti più bui: "Il Monte non rappresenta più un problema per questo Paese". Ed ancora: "Torniamo ad essere una banca normale e risanata: un risultato sul quale due anni fa, quando l'attuale board è arrivato a Siena, nessuno avrebbe scommesso". Ma nella giornata forse più importante degli oltre 540 anni di storia del Monte Paschi, le critiche non sono mancate. Tra i piccoli soci si sono sprecati aspri giudizi, è emersa una insoddisfazione tanto accesa quanto 'generica' per lo status quo raggiunto. Profumo, nel suo giorno di 'gloria', ha risposto anche a loro. Ingrati, semplicemente ingrati.
Cosa emerge da queste critiche? "Ingratitudine. Se non avessimo fatto ciò che abbiamo fatto negli ultimi due anni la banca non ci sarebbe più e adesso non esisterebbe neppure la Fondazione", tanto per specificare. Già, la Fondazione. Storico partner, fagocitato da alcune (passate) mosse avventate e dai debiti, ora spettro di quello che era una volta. Quella Fondazione (ormai al 2,5% di BMPS) che l'uscente (9 giugno) Antonella Mansi ha condotto tra mille peripezie: dallo slittamento imposto dell'aumento di capitale alla dismissione delle quote, passando - ovviamente - per l'accordo stipulato con Fintech e Btg Pactual. La Mansi si è detta non disponibile per un ulteriore mandato e di questo, alla Fondazione, già se ne dispiacciono. Le strategie operate da Antonella Mansi, tuttavia, hanno portato volti nuovi in quel di Rocca Salimbeni. Volti sudamericani che, ora, spendono le prime parole sulla banca. Come ha fatto David Martinez Guzman (ai vertici della Fintech) che ha recentemente dichiarato: "Ho fiducia in Mps e nel suo management, saremo un polo aggregante. Il consolidamento è inevitabile. Monte dei Paschi potrebbe essere, in una seconda fase, elemento di attrazione, attorno al quale far convergere asset italiani e poi, magari, europei". Parole di stima, magari di circostanza, ma che lo stesso Profumo non ha potuto catalogare se non come "lusinghiere".
Hanno (quasi) tutti una gran voglia di chiudere con il recente, burrascoso, passato e di guardare finalmente al futuro con la mente libera da ogni fardello. Ciò che la banca ha vissuto (ultimamente) non va cancellato, non è una cosa da nascondere, non c'è da vergognarsene. E' una lezione, tutti sbagliano: l'aver superato il momento ha solo migliorato la banca. Questo è il concetto chiave, questo il messaggio che la stessa banca ci tiene a divulgare. Proprio questo, infatti, emerge dall'ultimo investimento pubblicitario fatto (niente tv, costa troppo): "Non si cresce per 542 anni senza superare un periodo un po' complicato" si legge sul manifesto. Sullo sfondo il palazzo comunale con la Torre del Mangia, "la Torre - spiega una nota della banca - e la sua proiezione verso l'alto rappresentano un momento significativo, capace di visualizzare un concetto di crescita, aspirazione, futuro, distintività".
Radio, giornali, internet: questi i mezzi per proclamare la 'rinascita' della banca. "Non ci nascondiamo dietro a un dito", spiega il responsabile comunicazione BMPS Edoardo Bus. "Siamo la banca più antica del mondo e abbiamo cinque milioni di clienti. Siamo cresciuti per secoli e continueremo a farlo". Seguirà una 'fase due', da giugno, dal titolo "E' stata dura" che sfrutterà sicuramente il momento (l'ormai prossimo aumento di capitale) per sottolineare al meglio il lavoro fatto fino a quel momento.
La scritta, sotto il corpo centrale del manifesto di questi giorni, intanto parla chiaro: "La banca ricomincia da qui". E così sia, noi osserviamo tutti l'evoluzione della cara, vecchia, BMPS tra lo speranzoso e l'incuriosito. "Hop, hop, hop butta via il dolore, la pesantezza. Hop, hop, hop cerca di inventare la tua leggerezza e volerai", cantava Gaber.