Cerca all'interno del portale
Sfoglia per categoria

Svelato il mistero. Mussari va a cavallo e cucina

Le migliaia di dipendenti che stanno per essere mandati a casa hanno una speranza su come rifarsi una vita, dopo. Magari andando ogni mattina “a cavalcare, lentamente, nel silenzio del vento come farebbe Corto Maltese”.....VERGOGNOSO!!!

Svelato il mistero. Mussari va a cavallo e cucina

Da Il Fatto Quotidiano


Finalmente. Dopo mesi di incertezza il Corriere della Sera svela come passa il suo tempo l’ex presidente del Monte dei Paschi di Siena, tra un processo e l’altro. Il fatto che il ras di Siena Luigi Berlinguer ci venga presentato come fratello del leader del Pci Enrico (ma quando mai?) non è lapsus sufficiente a svalutare la portata dell’inchiesta.

Grazie a un ampio e puntiglioso reportage del magazine settimanale Sette adesso sappiamo, e ci è di conforto in questo inizio d’anno difficile per Siena e il Paese tutto, che egli “non rimane sempre in casa tra i faldoni”. Meno male. Al contrario, “ogni mattina che Dio manda in terra, quando Siena ancora dorme sotto il manto della Vergine, un vento s’alza dalla Montagnola e arruffa i riccioli ormai imbiancati di Giuseppe Mussari”. Dorme con le finestre aperte? Macché. Egli esce, ogni mattina, dalla sua casa “a cinque chilometri dalle quattro lupe della torre del Mangia, che fanno a gara a svegliarsi prima per vedere se anche quel giorno Giuseppe sarà puntuale”. E come i cittadini di Koenigsberg potevano rimettere gli orologi sulla passeggiata pomeridiana di Immanuel Kant, le quattro lupe possono invece fare affidamento sulla metodicità di Giuseppe per ricontare ogni volta i miliardi di euro che “l’Alain Delon di Catanzaro” (testuale) ha fatto perdere al Monte.

E lui ogni mattina, puntuale puntualissimo, guida per mezz’ora fino al Podere Focaie dove lo attende Andrea de Gortes, detto Aceto, mitico fantino del Palio, che pur vivendo angustiato “per i destini dell’ippica nazionale” (così nel testo), fa forza a se stesso e “accoglie Mussari con un sorriso” (così nel testo). E qui è meglio lasciare il campo al poeta: “Fra i due non c’è bisogno di parole, perché ognuno sa bene chi è e che cosa deve fare. Giuseppe entra nella stalla, sella il cavallo e parte. Inizia quindi a cavalcare, lentamente, nel silenzio del vento come farebbe Corto Maltese”. Dopo qualche ora (“e povero anche il cavallo”, ci canterebbe sopra Dario Fo) “Mussari rientra e inizia a lavorare. Sistema la sella, pulisce i finimenti, striglia il cavallo e poi lo governa. Quindi mette a posto la stalla, fa la lettiera, sistema gli attrezzi e aspetta di sapere se c’è qualcos’altro da fare. Tutto in silenzio sotto lo sguardo di Aceto, che lo segue e lo consiglia come un figlio”.

Alla fine della giornata Mussari torna a casa. Finalmente un’occhiata ai faldoni, penserà il dilettante poco avvezzo alla gestione del processo penale multiplo. Macché. Il nostro eroe “inizia la seconda parte della sua nuova vita, la cucina”. Forse insoddisfatto della frittata servita ai senesi comprando per nove miliardi di euro non suoi una banca che forse ne valeva tre, l’ex presidente cerca di affinare l’esecuzione. Ma qui misteriosamente lo scoop del Corriere si fa esitante. La lirica equina lascia il posto a timorosi condizionali. Forse si attendono conferme ufficiali, e così prendiamo atto con doverosa circospezione che “l’ex presidente avrebbe infatti scoperto una nuova passione che eserciterebbe nei piatti più diversi. Dalla cacciagione agli animali da cortile, dalla tradizione senese al virtuosismo calabrese, Mussari cucinerebbe di tutto ma avrebbe un debole per il dessert. Anzi per il gelato al pistacchio. Specialità con cui amerebbe sorprendere i pochissimi invitati”.

Vedete come la macchina del fango può colpire nei modi più inattesi. Uno cavalca per ore in silenzio pensando a come sorprendere gli invitati, gli viene un’ideuzza nemmeno straordinaria come il gelato al pistacchio (ma meglio così, Dio lo protegga da idee brillanti come l’acquisto dell’Antonveneta) e il Corriere, solitamente rispettoso della privacy dei potenti, gliela sbatte in prima pagina. E addio sorpresa.

E a proposito di privacy. Chi sono (testuale) “gli invitati alla mensa di Mussari”? Qui “le fonti si dividono”. “Per alcuni partecipano la moglie Luisa e le sue tre figlie (ma pensa tu, ndr), l’amico e avvocato Pisillo e forse Mauro Rosati, altra conoscenza storica che grazie a Mussari era diventato direttore generale della Fondazione Qualivita”. Secondo altre fonti, discordanti, fingere di sorprendersi per il gelato al pistacchio tocca invece al fratello minore Riccardo e “più raramente Luisa Torchia, catanzarese doc, già consulente legale di Mps e Fondazione”, e coimputata nel processo per l’aeroporto di Ampugnano, ma questo dettaglio all’inchiestista sfuggì.

Sarebbe bene che il sullodato reportage venisse fotocopiato e distribuito dal Monte dei Paschi alle migliaia di dipendenti che stanno per essere mandati a casa. Per dar loro una speranza su come rifarsi una vita, dopo. Magari andando ogni mattina “a cavalcare, lentamente, nel silenzio del vento come farebbe Corto Maltese”.  

Twitter @giorgiomeletti


Da Qui Siena - Corriere Nazionale

MPS. Intervista a Laura Vigni

L’articolo su Mussari su Sette continua a far discutere. Vigni: “ Articolo inammissibile”

Siena – Sconcerto. La parola adatta alla reazione di Laura Vigni, consigliere comunale di Sinistra per Siuena, alla pubblicazione dell’articolo su Sette sulla “Seconda vita di Mussari”. Vigni da tempo immemore afferma certe cose “anti-sistema” ed ora non accetta che sulla vicenda MPS cali un velo di pietismo e buonismo. Chi ha responsabilità deve pagare. Abbiamo fatto qualche domanda a Laura Vigni.

1)      Un suo giudizio sull’articolo di Sette su Mussari…

Articolo agiografico. Questo non è ammissibile. Mussari sembra una povera vittima che deve consolarsi: qui si sta distorcendo la realtà. Mussari non è una vittima ma uno dei principali responsabili dell’impoverimento della città di Siena. Il mondo che girava prima intorno alla banca ha avuto un brusco risveglio, a cominciare dai piccoli azionisti che hanno perduto in pochi anni la gran parte del loro capitale, con l’azione passata da 8 Euro a 17 centesimi. Il tono dell’articolo è fastidioso. Siena non è il carnefice in questa vicenda, ma la vittima.

2)      Perché, secondo Lei, uscito proprio ora l’articolo?  

Ci avviciniamo al processo e alla deposizione di Mussari. Forse quest’articolo voleva intenerire, alleggerire il clima intorno alle sue responsabilità. Ma l’intento del giornalista è fallito, anzi ha ottenuto l’effetto contrario di suscitare indignazione e rabbia. Vorrei, inoltre, sottolineare che nell’articolo si esalta l’amicizia disinteressata di Aceto. Ricordo che uno dei figli di Aceto è stato nominato da Mussari dirigente della banca belga del Monte dei Paschi, non conoscendo una parola di francese. 

3)      Dopo un lungo silenzio su Mussari sui media, arriva all’improvviso quest’articolo di Sette… 

Mi ha sorpreso e scandalizzato. A me non importa che Mussari si stia dedicando alla cucina o alle passeggiate a cavallo. A me importa quello che questa città ha subito per colpa di quel sistema di cui lui era l’apice.. La città ha pagato tantissimo. Un articolo come questo vuole nascondere la realtà ed io non lo accetto. 

4)      Il processo MPS. Un suo giudizio.

E’ difficile conoscere i risultati delle inchieste perché giustamente non è che escono troppe notizie, anche se non vorrei che le cose andassero a rilento. Certo le indagini sono molto complesse. Per adesso di certo ci sono solo le varie multe emesse da Bankitalia, anche se è strano che solo adesso  si accorga delle operazioni non chiare. Dovevano capirlo al momento giusto. Gli elementi per capire c’erano anche nel momento in cui venivano assunte decisioni irresponsabili. Molti piccoli azionisti l’avevano già detto nei vari Consigli di amministrazione della banca e varie forze politiche locali lo denunciavano fin dall’acquisto di Antonveneta (e anche prima conla Banca121).

5)      Qualche settimana fa, Vietti (CSM) dichiarò che avrebbe mandato dei rinforzi al Tribunale di Siena… recentemente anche gli avvocati civilisti del Tribunale di Siena si sono lamentati perché con il processo MPS, il penale blocca il civile proprio per carenza di personale… 

Il Tribunale di Siena è piccolo. L’importante è che a livello di indaginila Guardiadi Finanza ha supportato molto i magistrati senesi. Io capisco gli avvocati civilisti ma il Processo MPS è troppo importante.

6)      L’ultima assemblea MPS… un suo giiudizio…

Solidarietà piena alla Mansi. Ha fatto bene e lo ha fatto con grande coraggio. Prima con Mancini si diceva sempre sì. La manovra di Profumo di attirare capitali stranieri per ora è arginata. Con la linea di Profumo si andava dritti al fallimento della Fondazione. Dimissioni di Profumo? Non so,la Fondazioneva difesa ma non solo per continuare ad avere i finanziamenti per la città, ma perchéla Fondazionecustodisce un patrimonio che è molto svalutato ma che è stato creato dai senesi ed è frutto di un legame storico.

7)      Vicenda MPS e la reazione della città. All’inizio fu grandi attenzione dei media le monetine e poi…? 

Certo, ma sui media nazionale questo dipende dal fatto che l’attenzione fluttua secondo l’immediatezza degli eventi.  Semmai io immaginavo che di fronte al Tribunale più che i media ci sarebbero stati i senesi a protestare. Per l’episodio delle monetine erano una quindicina. Questo silenzio della città è davvero preoccupante. E’ un silenzio pauroso perché il sistema di potere non è stata affatto scalfito. I senesi dovrebbero liberarsi da questo sistema minaccioso e soffocante. Certo tutto è collegato con la banca ed uno il coraggio o ce l’ha o non ce l’ha. 

8)      Quindi, si respira un clima di rassegnazione?

Purtroppo sì. E questo è un peccato. Sarebbe questo il momento di uno scatto di orgoglio. Siena è stata descritta dai media come viziata dal MPS, non è vero. Siena è stata compromessa dal MPS.

David Busato