MPS: Mansi Paladina di Siena
Mansi sbarra la strada a Profumo e diventa il nuovo idolo di Siena
Mps, Mansi sbarra la strada a Profumo e diventa il nuovo idolo di Siena
Dal ciclone arrivato a gennaio scorso con le inchieste sul Montepaschi la città di Siena era alla ricerca di un nuovo leader, di una persona che potesse "difendere" quel poco di senesità in una città colpita e affondata in un anno da quello che molti hanno definito «la fine di un'epoca». Oggi Siena, probabilmente, ha ritrovato qualcosa per cui fare il tifo, almeno fino al prossimo mese di maggio: è la presidente della Fondazione Mps, Antonella Mansi, che al suo primo intervento in un'assemblea della banca, ha "steso" con un colpo solo due grandi esperti della finanza come Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente presidente e ad di
Mps.
Accolta con qualche riserva al suo arrivo a settembre a Palazzo Sansedoni al posto del poco amato Gabriello Mancini, la 39enne di origine grossetana, con l'azienda di famiglia a Scarlino e l'incarico di vicepresidente di Confindustria, oggi è riuscita, almeno per il momento a salvare il patrimonio dell'ente, facendo slittare a dopo il 12 maggio l'aumento di capitale da 3 miliardi deciso dalla banca. Un aumento che Profumo avrebbe voluto a gennaio e sul quale aveva già il via libera di un Consorzio di garanzia costituito da 10 banche.
Agli azionisti Mansi ha subito fatto capire che tempi e modi in uso fino a poco tempo fa erano cambiati: se Mancini lasciava sempre spazio ai piccoli azionisti prima di prendere la parola, lei ha spiazzato tutti, e forse anche accelerato la votazione finale, prendendo la parola e chiarendo ai vertici della banca che la posizione della Fondazione, annunciata da oltre un mese, non era cambiata e che un'eventuale voto avrebbe comunque bocciato la proposta della banca. Ancor più oggi, in seconda convocazione dopo il rinvio di ieri per mancanza di quorum.
«Se oggi si delibererà l'aumento di capitale, questo potrà avvenire solo secondo la proposta presentata dalla Fondazione», ha detto aprendo il suo intervento e riscuotendo subito l'applauso dei molti piccoli azionisti presenti in sala. Un bel contrasto con i fischi e le contestazioni che accompagnarono anche nel luglio scorso l'intervento di Mancini.
«Una piccola volpe», l'ha definita subito dopo uno dei soci senesi al quale ha fatto eco un altro storico piccolo azionista che le ha riconosciuto «capacità, determinazione e tenacia», insomma ha detto con una battuta tutta toscana, «è un presidente con gli attributi».
Lei alla fine non nasconde la sua stanchezza, «ora dovremo lavorare ancora di più» dice ai giornalisti «ma avremo una maggiore serenità». Non vuole sentir parlare «né di vinti né di vincitori», e lancia un messaggio ai mercati che lunedì potrebbero scontare le possibili, e per ora, eventuali dimissioni di Profumo a gennaio: «oggi abbiamo risposto su quella che era la vera incertezza per i mercati: l'aumento di capitale si farà».
Lei dice ufficialmente di non volere le dimissioni dei vertici della banca, «non le abbiamo mai chieste» ricorda ma c'era «un'indiscutibile necessità dell'ente di badare alla propria sopravvivenza, una nostra precisa responsabilità. Speriamo comunque che questo si possa conciliare nel tempo con l'interesse della Banca a cui noi teniamo molto perché è il nostro primo asset».
Non pochi, a Siena, nel fare il tifo per lei, sperano che la giovane presidente mantenga salda la barra e
assicuri all'ente una partecipazione nella banca seppur di minoranza, perchè la nazionalizzazione «è solo uno spauracchio usato da chi non ama Siena».