Assemblea Mps, le rimostranze dei piccoli soci
Mansi: Ue ci dà tempo fino a primo trimestre 2015. Dopo un caloroso applauso per Mansi, cominciano gli interventi dei soci. Ne sono previsti 27.
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Ore 14.20: L'assemblea approva la proposta della Fondazione Mps di posticipare l'aumento di capitale alla fine del secondo trimestre (giugno). Ha votato a favore l' 82,04% del capitale presente in sala, contrario l'1,07%.
Ore 13.50: Il presidente Alessandro Profumo respinge gli attacchi dei piccoli soci e della fondazione e difende la tempistica dell'aumento di capitale: Dicendo no all'aumento di capitale a gennaio "entriamo in un campo di incertezza". E la prima incertezza "è la formazione di un consorzio di garanzia", ha esordito Profumo. E ancora: sulla vicenda dell'aumento "non c'è nessun Palio personalistico. L'unico Palio è quello con i contribuenti italiani". Con la ricapitalizzazione infatti "i contribuenti otterrebbero i 3,3 miliardi di euro" che la banca ha ricevuto dallo Stato tramite Monti bond.
No comment invece sui rumor relativi alle sue dimissioni in caso di bocciatura della delibera. "Dimissioni? Non ho nulla da comunicare", ha risposto, aggiungendo però: "C'è un cda già fissato per il mese di gennaio. Queste sono decisioni che si assumono a sangue freddo e nei luoghi deputati". L'indiscrezione circola ormai da un paio di giorni a Siena e qualcuno fa già i nomi dei possibili successori: Carlo Salvatori (presidente di Lazard Italia), Divo Gronchi (numero uno delal Cassa di risparmio di San Miniato) e Lorenzo Bini Smaghi.
Ore 13.45: interviene Fabrizio Viola, amministratore delegato di Mps. Il banchiere risponde alle domande dei soci relativamente alla tempistica scelta per l'aumento di capitale. Il consorzio di garanzia per l'operazione "si è mosso secondo la prassi del mercato con una due diligence che ha valutato la situazione dell'istituto e, positivamente, anche le condizioni di mercato", ha spiegato Viola. L'ad ha poi escluso "forme di licenziamento di massa", ribadendo invece che ci sarà il ricorso nuovamente al fondo di solidarietà.
Quanto alla gestione della banca Viola ha puntualizzato: ''E' indubbio che negli ultimi due anni i dati sono quelli che avete commentato, non sono soddisfatto di questi risultati, ma questi risultati vanno inquadrati. Il punto di partenza che abbiamo trovato all'inizio del 2012 era caratterizzato da alcuni problemi".
Ore 14. L'assemblea degli azionisti del Montepaschi di Siena ha bocciato la proposta del Cda presieduto da Alessandro Profumo di varare a gennaio l'aumento di capitale da 3 miliardi di euro. Ha votato contro il 69,06% del capitale presente in assemblea.
Ore 13,30. Il Consorzio di banche italiane e straniere che ha garantito l'aumento di capitale da 3 miliardi "si è mosso secondo la prassi del mercato con una due diligence che ha valutato la situazione dell'istituto e, positivamente, anche le condizionidi mercato'', ha detto l'ad Fabrizio Viola rispondendo ad un socio. Inoltre, ha aggiunto sono state fornite al Consorzio "le assicurazioni necessarie da investitori istituzionali". Viola ha anche assicurato che non ci sarà alcun ''licenziamento di massa'' per i dipendenti di Mps nell'ambito del progetto di riduzione del personale. ''Il piano originario - ha ricordato - prevedeva una riduzione di 4.600 persone, cifra che abbiamo alzato in sede di negoziazione con l'Ue a 8 mila e il nuovo piano di ristrutturazione prevederà che il raggiungimento dell'obiettivo venga ottenuto attraverso l'utilizzo delle stesse forme utilizzate fino ad adesso escludendo forme di licenziamento di massa'' a partire dal ''fondo di solidarietà e considerate quelle operazioni di cessione di attività concordate con la Commissione Ue''. "La redditività della banca non è un problema di oggi ma di anni - ha precisato Viola, rispondendo ad alcuni interventi di azionisti -. I risultati in positivo (degli ultimi 5anni -ndr), erano fatti o attraverso operazioni straordinarie o falsi. A ottobre 2011 la banca è rimasta in piedi grazie a un intervento straordinario della Banca d'Italia che ha dato liquidità alla banca. A questa situazione è stato trovato un rimedio, ancora in corso, con 13 mld di euro di garanzie dello Stato che hanno consentito alla banca di emettere obbligazioni per 13 mld, appunto''.
Con il "no" all'aumento di capitale a gennaio "entriamo in un campo di incertezza", ha detto Alessandro Profumo, rispondendo ai soci in assemblea. E la prima incertezza ''è la formazione di un consorzio di garanzia. Oggi abbianmo clausole favorevoli". Sulle eventuali dimissioni il presidente ha risposto: "Le mie dimissioni? Certe decisioni si assumono a sangue freddo. C'è un Cda già fissato per il mese di gennaio'', dopo aver detto che è argomento da discutere nei "luoghi deputati".
(Il Cittadino online) - Gli interventi dei c/d "piccoli azionisti"
''Non capisco cosa c'e' dietro la fretta di Profumo e Viola per un aumento di capitale che sarebbe drammatico per fondazione e citta''', ha detto un socio storico come Pier Paolo Fiorenzani. ''E' uno specchietto per le allodole. Rocca Salimbeni deve dare rispetto alla Fondazione, che si è svenata per la banca. Ogni fretta appare inopportuna e fuori luogo, non si può strozzare la Fondazione'' e ha suggerito di ''non rimborsare i Monti bond: lo Stato entri, sarebbe sempre meglio che finire in bocca a qualche pescecane''.
Paolo Emilio Falaschi è stato il primo a chiedere un cambio al vertice della banca, denunciando ''negligenze incompatibili con conferma di questa governance''.
Gabriele Corradi: ''Questo management è in carica da otto trimestri e abbiamo visto solo segni meno, salvo che per i tagli del personale. Se la sua delibera sarà bocciata, il presidente dovrà prenderne atto e andarsene, presidente Profumo ci liberi della sua presenza, a Siena sara sempre benvenuto, ma lasci Rocca Salimbeni. Non e' stato capace di capire la nostra storia''.
Per Romolo Semplici dell'associazione Pietraserena l'attuale Cda della banca ''è sempre meno rappresentativo dei soci e del territorio di riferimento'', per Norberto Sestigiani, ex dirigente di Mps 'la gestione Profumo-Viola non dà né affidamento né prospettive''.
Francesco Giusti: "Signor Presidente, signori componenti del Consiglio di Amministrazione, gentilissima Presidente della Fondazione Monte dei Paschi, Signori dipendenti azionisti ed azionisti.
Oggi si apprende che la Senesità non è un valore. Non lo è stato quando, in questi mesi, avete licenziato, prepensionato ed oggi esternalizzato molti di quei dipendenti che hanno, con il loro lavoro ed il loro affetto, portato la nostra Banca ad essere, fino a qualche anno fa, l’istituto più capitalizzato d’Europa. Evidentemente da qualche tempo a questa parte si preferiscono ai valori della senesità i voleri della finanza internazionale, perché forse si vuole che il terzo istituto bancario del paese da predatore diventi la preda del capitalismo finanziario internazionale.
Credo che sia il Presidente della Banca, dott. Alessandro Profumo, che ci ha allietato in questi giorni affermando che va rispettato tutto l’azionariato e non solo il 33 per cento circa rappresentato dalla Fondazione, sia il Presidente di Palazzo Sansedoni, Antonella Mansi, che in questi giorni ha alzato i toni per far sentire la propria voce, abbiano perso un’importante occasione. L’occasione era quella di collaborare, di dialogare, nell’interesse della Banca e del territorio di riferimento, quest’ultimo rappresentato dal maggiore azionista. Cosa, questa, che non è stata fatta, arrivando al “muro contro muro” di questi giorni ed alla ridda di voci riportate dalla stampa nazionale, sempre subito prontamente smentite da quella Fondazione che giustamente si sentiva danneggiata. Voci, queste, che di certo non hanno fatto l'interesse del titolo o quello di chi in questa Azienda ci lavora.
Non è stato dunque cercato, quando ancora era possibile, quello sforzo di ragionevolezza, per il bene della storia di Siena, della Banca che le appartiene e dei suoi dipendenti ed azionisti.
Ciò premesso, sono ad annunciare il mio voto contrario alla proposta del CdA della Banca posta al primo punto all'Ordine del Giorni, ritenendo molto più ragionevole la proposta della Fondazione MPS, che persegue l'interesse della Fondazione stessa e quindi del territorio senese.
Un atteggiamento, quello della Fondazione, che riscatta ma non redime completamente quello tenuto fino a ieri dalla precedente Deputazione, che si era mostrata passiva nei confronti del board della Banca, sia quello guidato da Mussari che quello guidato da Profumo e Viola. La Fondazione e di conseguenza la Città dovranno avere il coraggio di dimostrare, rispettivamente, di essere l'azionista di maggioranza della Banca ed il territorio di riferimento, ribadendo i propri ruoli e facendo valere le proprie posizioni.
Qualcuno in questi giorni, ribattendo a chi diceva che questa Banca era “troppo grossa” per una città “troppo piccola” come Siena, ha fatto notare che Siena è stata una grande Città nei secoli passati ed il Monte è stato proprio il risultato più lampante di questa grandezza.
Noi cittadini senesi non possiamo più tollerare il fatto che il destino del nostro Istituto sia deciso altrove, da gente venuta da fuori e da una serie di manager profumatamente stipendiati piovuti a Siena da altre realtà, i quali hanno bypassato e superato le professionalità interne alla Banca. Da cosa deriva questa necessità di avere fretta nel fare subito l'aumento di capitale? Cosa la porta, Presidente Profumo, ad imporre un aumento di capitale nei primi mesi del 2014, quando la Commissione europea le dà una tempistica molto più lunga? Come concilia, infine, la sua volontà di ridurre fortemente i valori occupazionali della Banca Monte dei Paschi, esternalizzando, licenziando, prepensionando, con l'interesse del territorio?
Questo aumento di capitale fatto ora fa uscire allo scoperto quello che è il vero disegno: togliere il controllo del Monte dalle mani dei senesi, con il forte ridimensionamento della Fondazione all'interno della compagine sociale, magari con il rischio che la Direzione generale se ne vada lontano dalla nostra Città (ed in tal senso è proprio da vedere lo spirito del nuovo Statuto della Fondazione, approvato in fretta e furia dalla precedente gestione di Gabriello Mancini), gli interventi sui livelli occupazionali, sul personale incolpevole, qualificato ed attaccato alla Banca, la chiusura di un’enorme quantità di filiali, l'abbattimento del vincolo del 4% e quindi l’impoverimento della ricchezza della nostra Città e della sua Provincia, tutti atti che vanno proprio in tal senso e disegnano una strada chiara che solo dei nemici di Siena possono perseguire.
Allora ci spieghi, Presidente Profumo, come fa ad affermare di lavorare nel precipuo interesse di questa Comunità cittadina, quando invece con le sue decisioni e con il suo atteggiamento intransigente rischia solo di azzerare la Fondazione Monte dei Paschi.
Questa Banca ha, come unica certezza, leggendo con attenzione i dati dell’ultima trimestrale, quella di non essere purtroppo ancora redditizia e di basare i propri piani industriali in modo particolare sui tagli dei costi del personale.
I dipendenti (che, essendo azionisti, hanno sostenuto con i propri stipendi gli ultimi aumenti di capitale) e questa comunità senese hanno già dato fin troppo per colpa dei vergognosi errori e degli scempi scellerati perpetrati da quei personaggi riferibili al Sistema Siena, che hanno condotto la nostra Città e le sue Istituzioni nella situazione che tutti conosciamo.
Serve rispetto.
La Città di Siena oggi vi chiede di fermarvi, la Città vuole impedire in ogni modo l’ennesima vergognosa azione contro il territorio ed i cittadini senesi.
Avete agitato lo spettro della nazionalizzazione, che per prima la Lega Nord richiese nell’estate 2012, come un qualcosa che doveva essere in tutti i modi evitata, perché, come ha detto il Dott. Viola, avrebbe rischiato di condurre ad una vendita "a pezzettini" della Banca. Il vero rischio è fare ora l'aumento di capitale, aprendo il patrimonio a fondi meramente speculativi che sono avulsi da questo territorio.
Vorreste sancire due divorzi: quello della Fondazione dalla Banca e quello della Banca dalla Città. Noi diciamo che chi vuole perseguire questa strada debba essere fermato e lui, sì, posto in esubero!!!
Giuseppe Bivona, intervenuto in rappresentanza del Codacons, sostiene che ''non va rinnovata la fiducia'' all'amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola, e al presidente Alessandro Profumo, ''con il nuovo management, arrivato all'inizio del 2012, il valore di borsa di Mps ha perso 700 milioni, mentre il valore delle altre banche è salito''. Bivona si è rivolto al presidente della banca chiamandolo solo ''Profumo'', il quale ha replicato ''mi chiami dottore, io la chiamo ingegnere'' e Bivona ''a me puo chiamarmi anche signor''.
L'associazione dei piccoli azionisti, Azione Mps, ha invece proposto ''un aumento di capitale scaglionato nel tempo e non in una unica soluzione, perché altrimenti si deprime il titolo e critichiamo la mancanza di una quota dell'aumento di capitale riservata ai dipendenti''.
(Milano Finanza) - Ore 12.10. Si susseguono senza soluzione di continuità gli interventi dei piccoli soci di Mps. Tra gli altri ci sono alcuni storici abituè delle assemblee del Monte come Pier Paolo Fiorenzani o Paolo Emilio Falaschi. Senza considerare figure di spicco della società civile senese come Gabriele Corradi, nel 2011 candidato sindaco di Siena per una lista civica o Romolo Semplici, dell'associazione Pietraserena. Molti interventi sono poco teneri verso il management. "Rocca Salimbeni deve dare rispetto alla Fondazione, che si è svenata per la banca. Ogni fretta appare inopportuna e fuori luogo, non si può strozzare la Fondazione'', ha detto Fiorenzani. Per Norberto Sestigiani, ex dirigente di Mps "la gestione Profumo-Viola non dà né affidamento, né prospettive". Profumo dovrebbe comunque rispondere solo alla fine dei 27 interventi.
Ore 11.10: Dopo un caloroso applauso per Mansi (leggi l'intervento), cominciano gli interventi dei soci. Ne sono previsti 27.
Ore 11: Appello finale di Mansi al termine del suo lungo e appassionato intervento: "Lasciamo ai soci valutare quale sia il vero interesse della Banca, nell'alternativa che si pone fra l'aumento di capitale nella tempistica che propone la Fondazione e il rinvio della decisione ad una nuova eventuale assemblea futura. Confidiamo che la vostra decisione sarà quella più opportuna, che non pregiudica le sorti dell'istituto bancario". E ancora: "L'odierna assemblea non deve rappresentare comunque un punto di arrivo", ha continuato Mansi, "ma, a nostro giudizio, un nuovo punto di partenza, per un cammino che, almeno per quello che ci riguarda, intendiamo riprendere insieme, in lealtà e trasparenza, più forti di prima. La Fondazione non si tirerà indietro e perseguirà con tenacia e solerzia l'implementazione dei propri piani strategici, con il forte auspicio di mantenere comunque un ruolo di azionista rappresentativo all'interno della futura compagine azionaria della Banca - in piena coerenza con la normativa vigente - e con l'obiettivo già indicato di tornare a essere motore di sviluppo di questo territorio. Territorio che è costantemente al centro del nostro operato, che ha fondamentali di valore e a cui formuliamo oggi i migliori auguri per un nuovo rinascimento", ha concluso il presidente della Fondazione, Antonella Mansi.
Ore 10.10: Interviene Antonella Mansi, presidente della Fondazione Mps, che nelle scorse settimane ha contestato con forza l'ipotesi di un aumento di capitale a gennaio. "La proposta del consiglio d'amministrazione della banca non ha oggi alcuna possibilità di essere approvata", ha esordito Mansi in apertura dell'assemblea di banca Mps. "Se oggi si delibererà l'aumento di capitale, questo potrà avvenire solo secondo la proposta presentata dalla Fondazione" ovvero dopo il secondo trimestre. E riguardo all'ipotesi di conflitto di interessi sollevata dal notaio Piergaetano Marchetti in un parere legale fatto recentemente per la banca: "Qui dovremmo parlare non di conflitto di interessi ma semmai di conflitto di doveri. Per noi la tutela dell'integrità del patrimonio non è un optional. Non potete chiederci di far crollare proprio noi l'edifico che ci è stato dato dalla legge". La Fondazione auspica comunque che la banca continui "nell'importante
percorso intrapreso, teso alla piena implementazione del piano di ristrutturazione recentemente presentato".
Sulla nazionalizzazione invece: "Dobbiamo mettere in chiaro, anzitutto, che la Fondazione, così come tutti gli azionisti, subirebbe danni irreparabili dalla conversione in azioni dei titoli sottoscritti dal Governo. Mentre la banca, detto per inciso, continuerebbe ad esistere".
Ore 9.50: All'assemblea è presente il 49,3% del capitale sociale, la stessa affluenza registrata ieri in prima convocazione e dunque ben oltre il quorum obbligatorio per la seconda.
Ore 9.30: Il presidente di Mps, Alessandro Profumo, e l'amministratore delegato, Fabrizio Viola, sono da poco entrati nella sede dell'assemblea senza rilasciare dichiarazioni. Il numero uno della Fondazione, Antonella Mansi, invece ha puntualizzato: "Oggi purtroppo esiste un'indiscutibile necessità dell'ente di badare alla propria sopravvivenza e questo è un fatto che noi da amministratori non possiamo evidentemente dimenticare: è una nostra precisa resposabilità. Speriamo comunque che questo si possa conciliare nel tempo con gli interessi della banca". Per poi concludere: "Il nostro non è mai stato un atto di sfiducia nel management. L'ho detto mille volte e lo preciso anche oggi". Presente in sala anche il sindaco di Siena, Bruno Valentini.
Al via al centro direzionale di via Mazzini a Siena l'assemblea straordinaria del Monte dei Paschi. L'assise decisiva per le sorti della banca si terrà oggi in seconda convocazione dopo che la prima di ieri è andata deserta.
Il quorum previsto è di oltre un terzodel capitale sociale rispetto al 50% di ieri e quindi basterebbe poco più della presenza della Fondazione Mps (oggi primo azionista al 33,5%) per garantire l'esito positivo.
Il punto decisivo al'ordine del giorno, come noto, è l'approvazione dell'aumento di capitale da 3 miliardi previsto per la fine di gennaio per ripagare larga parte dei Monti bond, come chiesto dall'Unione Europea.
Proprio su questo punto nell'ultimo mese si è acceso un duro scontro tra la banca e la Fondazione che invece chiede il rinvio dell'aumento di almeno un trimestre per completare il proprio risanamento finanziario.
Fallita ogni ipotesi di mediazione, oggi è molto probabile che Palazzo Sansedoni bocci la delibera del cda, ottenendo il rinvio.
La mossa aprirebbe una fase di grande instabilità per la banca e potrebbe determinare le dimissioni del presidente Alessandro Profumo. Rumor su un passo indietro di Profumo si sono rincorsi per tutta la giornata di ieri e a Siena circolano giò ipotesi sull'eventuale successore.
Un totonomine ancora tutto da verificare che vedrebbe però come favoriti Carlo Salvatori (presidente di Lazard Italia), Divo Gronchi (numero uno delal Cassa di risparmio di San Miniato) e Lorenzo Bini Smaghi. (riproduzione riservata)
La presidente della Fondazione Mps, Antonella Mansi, ha preso la parola per prima, puntualizzando il no all'aumento di capitale da tre miliardi nell'immediato. Mansi ha ricordato che la stessa Commissione Europea "prevede che l'aumento di capitale si chiuda entro il 2014, e al limite entro il primo trimestre 2015".
La Fondazione Mps chiede "una deliberazione che confermi il pieno appoggio all'aumento di capitale, da eseguirsi però dal maggio del 2014". Lo ha precisato Antonella Mansi, presidente di Fondazione Mps, nel corso dell'assemblea del Monte dei Paschi, a Siena. Da quella data, secondo Mansi, si apre una finestra con "le migliori modalità e tempistiche per un positivo completamento dell'operazione per la Banca e per tutti gli stakeholder". "E' veramente molto difficile - ha detto ancora Mansi - pensare che il terzo gruppo bancario italiano non riesca a trovare nella seconda finestra, dal maggio 2014, un consorzio di banche in grado di sostenere l'aumento".
ADNKRONOS - Il rinvio dell'aumento di capitale a fine maggio non e' mai stato ne' e' ora un atto di sfiducia nei confronti di Alessandro Profumo, presidente di Banca Mps (MDD: BMPS.MDD- notizie) . Lo ha detto Antonella Mansi, presidente della Fondazione Mps, prima dell'inizio dell'assemblea degli azionisti convocata in seconda convocazione per l'aumento di capitale sociale a pagamento per un importo complessivo di 3 miliardi di euro. ''Non lo e' mai stato e l'ho precisato mille volte e lo preciso anche adesso'', ha sottolineato Mansi parlando con i giornalisti.
(TMNews) - "L'accelerazione dell'operazione di aumento di capitale avrebbe definitivamente compromesso la possibilità di continuare a farci carico di quelle utilità sociali che sono l'esistenza della nostra natura fondazionale".
Lo ha detto Antonella Mansi, presidente di Fondazione Mps, nel suo passaggio più applaudito dell'intervento all'assemblea dei soci di Banca Mps.
"L'obiettivo prioritario -ha ribadito Mansi- è costituito dalla messa in sicurezza e dalla salvaguardia del patrimonio dell'Ente, passaggio essenziale per recuperare la capacità di perseguire gli scopi di utilità sociale, a beneficio del territorio di riferimento". L'aumento di capitale, se effettuato a breve, "comporterebbe di fatto l'azzeramento del valore della propria partecipazione e conseguentemente del proprio patrimonio", ha aggiunto Mansi.