Mps rischia nazionalizzazione. Continua l'agonia
E se fosse il male minore per evitare che il costo ricada su lavoratori, consumatori, piccoli azionisti?
Alessandro Profumo è abbastanza chiaro: se salta l'aumento di capitale da 3 miliardi di Monte Paschi a gennaio, la banca rischia la nazionalizzazione.
Secondo il presidente dell'istituto di credito più vecchio al mondo "può darsi che se non si riesce a fare l'aumento in questo caso la banca sarebbe nazionalizzata".
Il botta e risposta tra Mps e la Fondazione (che vorrebbe rinviare l'aumento di capitale), continua, mentre tremano i piccoli azionisti - e anche obbligazionisti - della banca senese, il cui destino è da anni in bilico.
Lo scorso 10 settembre, Elio Lannutti, presidente dell'Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finanziari) ha proposto proprio la nazionalizzazione dell'istituto: "meglio evitare la lunga agonia ed il tentativo di far pagare i costi della crisi a lavoratori, consumatori, risparmiatori con la "conversione immediata dei Monti bond", che prevede l’acquisto di azioni da parte dello Stato e quindi una nazionalizzazione dell’istituto.