Ricapitalizzazione sprint per Mps
Il cda decide. Assemblea straordinaria il 27 dicembre. Aumento nel primo trimestre
Da Il Tempo.it
I vertici del Monte dei Paschi di Siena, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, hanno lanciato lo sprint per la ricapitalizzazione. I manager hanno rotto gli indugi, e probabilmente le pre-intese con la Fondazione, sulla tempistica della ricapitalizzazione e ieri hanno portato al cda, ottenendo un via libera, la proposta di fissare l’assemblea straordinaria degli azionisti il 27 dicembre, per deliberare un aumento di capitale a pagamento per un importo massimo complessivo di 3 miliardi.
«L’aumento di capitale prevede l’emissione di nuove azioni ordinarie con godimento regolare da offrirsi in opzione ai soci titolari di azioni ordinarie di Banca Monte dei Paschi di Siena» ha spiegato una nota diffusa da Rocca Salimbeni. «La proposta di aumento di capitale rientra tra le azioni individuate dal management nell'ambito del Piano di Ristrutturazione 2013-2017, i cui obiettivi e azioni saranno tempestivamente resi noti al mercato in maggiore dettaglio dopo l’approvazione dello stesso da parte della Commissione Europea», attesa oggi secondo le indiscrezioni. L’aumento di capitale permetterà di ottemperare agli impegni relativi al programma di rimborso dei Nuovi Strumenti Finanziari, ovvero i Monti Bond, così come previsto dal Piano di Ristrutturazione. Il cda ha inoltre deliberato di proporre la proposta di raggruppamento delle azioni nel rapporto di 1 nuova azione ordinaria per ogni 100 azioni ordinarie esistenti, da eseguirsi prima dell’inizio dell’aumento di capitale, nei tempi e secondo le modalità che saranno concordate con Borsa Italiana e con le altre autorità competenti.
L'assemblea conferirà inoltre al cda i necessari poteri per definire le modalità ed i termini dell'aumento di capitale e, in prossimità dell’avvio dell’operazione, il prezzo di sottoscrizione delle azioni ordinarie di nuova emissione, il numero massimo di nuove azioni ordinarie da emettere e il relativo rapporto di opzione.
Si prevede che l’aumento di capitale in opzione possa essere realizzato entro il primo trimestre 2014. Nel contesto dell’aumento di capitale in opzione, Ubs agirà in qualità di global coordinator e bookrunner, mentre Citigroup, Goldman Sachs International e Mediobanca agiranno in qualità di co-global coordinators e joint bookrunners. In aggiunta, Barclays, BofA Merrill Lynch, Commerzbank, Jp Morgan, Morgan Stanley e Société Générale Corporate&Investment Banking agiranno in qualità di joint bookrunners. Le istituzioni finanziarie sopra citate hanno sottoscritto un accordo di pre-underwriting avente ad oggetto - a determinati termini e condizioni - la sottoscrizione delle azioni ordinarie di nuova emissione eventualmente rimaste inoptate al termine dell’offerta fino a un massimo di 3 miliardi.
Nell'ambito dell’operazione di aumento di capitale, Banca Monte dei Paschi di Siena è inoltre assistita da UBS in qualità di financial advisor e MPS Capital Services in qualità di co-financial advisor nonché da Linklaters in qualità di advisor legale. Il commissario Ue alla concorrenza Almunia ha accolto con favore l'aumento di capitale, ma ha continuato a mantenere un alone di dubbio sull'approvazione definitiva della Commissione al supporto pubblico di 4,1 miliardi.
“Colpo di stato in Monte dei Paschi”. E’ ormai guerra tra banca e Fondazione Mps
Il sindaco di Siena e Palazzo Sansedoni all'attacco contro Profumo e Viola per difendere con le unghia e con i denti la residua speranza che la politica non perda il controllo dell'istituto. Ma l'aumento imposto dalla UE sarà a gennaio.
Il titolo MpS apre stabile stamane, dopo avere perso due centesimi in sole due sedute. Al momento, vale 18 centesimi, per una capitalizzazione pari a circa 2,1 miliardi, poco più dei due terzi dei 3 miliardi di aumento di capitale varato ieri dal cda.
Il tonfo si spiega con le voci di uno sconto del 40% sul Terp (prezzo teorico pre-aumento) per le azioni di nuova emissione. In più, l’operazione è tutt’altro che scontata, perché reperire tre miliardi per una banca che in borsa ne vale poco più di 2 non è cosa affatto semplice. Per questo dovranno garantire le banche del consorzio guidato da Ubs, anche se i termini dell’ingaggio non sono ancora stati resi noti.
Aumento capitale Monte dei Paschi: per il sindaco di Siena è un colpo di stato interno
Ma le reazioni del primo azionista di MpS e del sindaco di Siena, Bruno Valentini, sono state di fuoco. Il primo cittadino ha definito il varo dell’aumento di ieri un “colpo di stato interno” per sbarazzarsi del socio più importante della banca. Parole durissime, che danno l’idea dello scontro in atto tra il presidente Alessandro Profumo e l’ad Fabrizio Viola da un lato e la Fondazione Mps dall’altro.
L’Ente riunisce oggi la deputazione generale sotto la presidenza di Antonella Mansi. Socio al 33,4%, ha la necessità di cedere azioni per ripagare i 350 milioni di debito contratti in questi anni, ma più il titolo scende, più consistente dovrà essere il pacchetto da dismettere. Almeno il 14-15%, ai prezzi attuali. E se il titolo scivolasse a 12 centesimi, le banche credutrici potrebbero escutere le azioni detenute in pegno e iscritte a bilancio della Fondazione a 24 centesimi. E tenuto conto che non potrà partecipare all’aumento per assenza di liquidi, Palazzo Sansedoni è destinato a scivolare sotto il 10%, forse intorno al 7-8%. Per questo, la Mansi ha chiesto invano di rinviare l’aumento, in modo da consentire alla Fondazione di cedere prima il suo pacchetto, senza sovrapporsi all’aumento.
Ma Profumo ha ribadito anche post-board ieri che c’è la necessità di ricapitalizzare già a gennaio, perché spostare l’operazione a giugno comporterebbe il pagamento di altri interessi sui 4,07 miliardi di Monti-bond, i quali, al contrario, sarebbero rimborsati già nei primi mesi dell’anno per i tre quarti, sgravando la banca dell’onere esosissimo della cedola.
E sempre Profumo ha messo in guardia la Fondazione dal bocciare l’aumento in assemblea, convocata per fine dicembre, perché l’alternativa sarebbe la nazionalizzazione e la successiva vendita a terzi, contestualmente a uno smembramento dell’istituto.
Monte dei Paschi di Siena e Fondazione Mps: è muro contro muro
Il timore che l’Ente possa bloccare l’aumento non è infondato, come dimostrano le parole del sindaco “renziano” di Siena. Palazzo Sansedoni è da sempre nelle mani della politica locale, che qui significa solo ed esclusivamente PD. Il suo cda è stato ridotto quest’anno a 14 membri, di cui 4 nominati dal Comune di Siena, 2 dalla provincia di Siena, 1 dalla Regione Toscana, 1 dalla Camera di Commercio di Siena, etc.
In sostanza, la metà del cda è nelle mani di Comune, provincia e regione, tutti in mano sempre ai democratici, che tramite il primo azionista controllano così la banca stessa. Difficile rinunciare a un simile potere. Sgradevole accettare che la Commissione europea (oggi dovrebbe arrivare l’ok di Bruxelles al nuovo piano industriale) ponga fine a decenni di controllo della politica sulla terza banca d’Italia.
Ma per Rocca Salimbeni non sono più possibili rinvii, avendo accumulato 518,3 milioni di perdite nei soli primi nove mesi del 2013, pur in calo dal passivo di 1,55 miliardi dello stesso periodo del 2012. Ma siamo sicuri che la Fondazione accetti di essere spazzata via in nome dell’interesse della controllata? Non è che per caso la nazionalizzazione tanto temuta da Profumo sia vista come un male minore, anche perché sarebbe portata avanti da un governo centrale non certamente ostile al PD, essendo questo il perno dell’esecutivo Letta?
Le risposte a queste domande le avremo solo alla fine di dicembre, quando verificheremo se la Fondazione avrà votato contro. C’è la sensazione che qualcuno voglia giocare allo sfascio.