Banche, boom dei crediti dubbi saliti del 251%
I dati di Mediobanca da inizio crisi. Eni è il primo fra i gruppi italiani. Bce spinge per bilanci più puliti
ROMA Sempre più crediti dubbi in pancia alle banche, attività al prossimo esame Bce a un livello molto elevato; Eni che rimane il primo gruppo italiano, Rai e Alitalia nei primi e poco ambiti posti per perdite operative.
È la fotografia al sistema economico italiano scattata dall'ufficio studi di Mediobanca attraverso l'obiettivo delle grandi società.
In particolare i crediti dubbi - sofferenze, incagli, ristrutturati e scaduti - delle banche a fine 2007 erano il 2,7% dei crediti totali mentre quest'anno sono arrivati a quota 9,5%, che significa una crescita del 251% da inizio crisi: il loro rapporto con il capitale netto delle banche è arrivato all'81%, con un aumento violento negli ultimi anni e soprattutto negli ultimi mesi.
Intanto i crediti «in bonis», cioè quelli verso soggetti che non appaiono a rischio insolvenza, stanno frenando, così come il credito complessivo erogato ai clienti.
Secondo la ricerca, nel 2012 il credito è infatti stato tagliato di 36 miliardi (-1,8%), con le grandi banche commerciali che mostrano un calo del flusso superiore a quello del sistema nel suo complesso (che comprende anche le popolari e le banche di credito cooperativo), pari l'anno scorso al 2,1%.
L'analisi - che per il sistema bancario conferma una riduzione di quasi 700 sportelli nel solo 2012 - individua per Mps un rapporto tra crediti dubbi e crediti totali del 12,2%, quindi nettamente superiore alla media, mentre per Unicredit è dell'8,1% e per Intesa del 7,6%.
Intanto, l'operazione con cui la Bce mira a portare a galla gli scheletri nell'armadio delle banche europee è partita e gli istituti del Vecchio Continente ragionano su come fare pulizia nei bilanci.
L'operazione voluta da Mario Draghi porrà l'Europa di fronte a un bivio fra proseguire con le banche «zombie» o fare trasparenza, con probabili tensioni politiche e nervosismo sui mercati.
Consapevole che portare a galla i problemi rischia di destabilizzare i mercati, Draghi chiede da mesi agli Stati dell'Eurozona di essere pronti a sostenere con soldi pubblici le banche che risulteranno sottocapitalizzate e che i privati non vorranno ricapitalizzare.
Ma il tema è politicamente incandescente.
Già s'intravede il possibile braccio di ferro che si verrà a creare se nel 2014 verrà davvero aperto il vaso di pandora dei crediti deteriorati, delle coperture mancanti e insufficienze di capitale di diverse banche.
Riuscire a rendere omogenei i soli tassi di copertura dei crediti deteriorati è un'impresa: fra i Diciassette si va, secondo dati della Bloomberg del 2012, dal 74,3% dell'Austria al 47% del Belgio o al 40% dell'Italia.
NON TUTTI SANNO:
Chi ha generato il credito anomalo?
2/3 dei credito deteriorati sono delibere di importo superiore a 500.000€
16% possono essere imputati alla filiera deliberativa fino a 125.000€ (pari a circa 22,4 MLD)
43% di competenza della Direzione Generale (pari a circa 60,2 MLD)
41% di competenza dei CDA delle banche (pari a circa 57,4 MLD)
Dei 140 MLD di sofferenze bancarie denunciate dal Sistema, ben 117,6 MLD, circa, sono imputabili direttamente a delibere di competenza delle Direzioni Generali delle Aziende o dei Consigli di Amministrazione. Manager, in moltissimi casi, pagati profumatissimamente.
A chi vorrebbero farne pagare il prezzo? Ai Lavoratori che non ne hanno nessuna responsabilità.
ANCHE PER QUESTO MOTIVO IL 31 OTTOBRE I LAVORATORI DEL SETTORE SCIOPERERANNO.
RIVENDICHIAMO IL DIRITTO AD UN DIGNITOSO CCNL PER LA CATEGORIA.