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Accantonare la senesita' per salvare la Banca

Il Comune di Siena, finalmente consapevole della crisi del Monte Paschi, evita in extremis gli eccessi di "campanilismo"

Accantonare la senesita' per salvare la Banca

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da ilsole24ore - che ringraziamo - esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di questo sito, che rimane autonoma ed indipendente.  


Alessandro Graziani

di Alessandro Graziani Il Comune di Siena, finalmente consapevole della crisi del Monte Paschi, evita in extremis gli eccessi di «campanilismo» che hanno penalizzato la banca negli ultimi anni, e lascia carta bianca alla Fondazione Mps che lunedì dovrà esprimersi sul voto (decisivo) per l'assemblea dei soci dell'istituto che giovedì dovrà approvare l'eliminazione del tetto al diritto di voto al 4%.

 

Aprendo così alla possibilità dell'ingresso di nuovi soci quando sarà il momento di ricapitalizzare la banca. La delibera sull'addio al tetto al 4% è fondamentale per ottenere dalla commissione Ue il via libera ai 4 miliardi di Monti Bond, aiuti di Stato necessari al salvataggio della banca.

 

La Siena della politica resta spaccata (e certo le parole di ieri del nuovo Sindaco non sveleniscono il clima) ed è già certo che non mancheranno nuove tensioni quando si arriverà, tra poche settimane, alla nomina del nuovo consiglio della Fondazione.

 

Ma almeno ora il nuovo vertice della banca guidata da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola potrà dedicarsi al piano di rilancio potendo contare, con certezza, sul supporto patrimoniale dei Monti Bond. Prima di pensare ai futuri assetti azionari dell'istituto senese, è bene che ai manager sia dato il tempo di mettere in sicurezza la banca.

 

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Da: ilsole24ore

Mps, ok all'abolizione del limite di voto al 4%

Marco Ferrando


Alla fine il Consiglio comunale di Siena, nonostante qualche spaccatura in più del previsto tra i banchi della maggioranza, ha respito la mozione che spingeva la Fondazione Mps a votare contro l'abolizione del tetto di voto al 4% per i soci diversi dalla Fondazione stessa. E ne ha approvata un'altra che, pur senza schierarsi apertamente a favore della riforma, di fatto non si mette di traverso. In pratica, un avallo politico alla nuova governance, e ora – salvo colpi di scena – sembra in discesa la strada verso l'assemblea che giovedì prossimo dovrebbe approvare la modifica dello statuto, che resta la premessa fondamentale per poter contare sui quattro miliardi di Monti bond.

 

L'ultima parola spetta ora alla Fondazione, con la deputazione amministratrice che lunedì deciderà come votare nell'assembea del Monte. L'orientamento dell'ente presieduto da Gabriello Mancini è da tempo a favore della riforma, nella consapevolezza che senza abolizione del tetto di voto la condanna sarebbe segnata sia per la banca che per la stessa Fondazione; a maggior ragione con la mozione passata in Consiglio comunale sembra improbabile che i rappresentanti dell'ente scelgano di puntare i piedi, ma certo dal dibattito di ieri, a tratti decisamente teso, è emerso quanto Siena sia tuttora spaccata sulla vicenda.

 

Tra inviti a evitare «una privatizzazione selvaggia», appelli a «non avere fretta a decidere tutto» e «nostalgie autarchiche», per otto ore il Consiglio comunale si è cimentato in un lungo confronto-scontro, che ha visto tra l'altro due consiglieri eletti nella lista «Siena cambia», Alessandro Trapassi e Laura Sabatini, smarcarsi dalla maggioranza e non appoggiare la mozione appoggiata dal neo sindaco, Bruno Valentini. Proprio il sindaco, protagonista ieri di diversi lunghi interventi, si è lasciato andare in dichiarazioni anche molto pesanti sulla situazione attraversata sia dalla banca («Stiamo ballando sulla tolda del Titanic, l'indipendenza è a rischio») che dalla Fondazione, che non ha esitato a definire «a rischio commissariamento», soprattutto nel caso in cui «non riuscirà a reperire entro la fine dell'anno i 50 milioni necessari per pagare gli interessi sui debiti contratti negli anni scorsi».


Una situazione da allarme rosso, quella dipinta dal sindaco, che evidentemente può essere superata soltanto portando avanti il piano industriale messo a punto dall'attuale vertice («Che per ora non ha la sufficienza ma dal quale mi aspetto un rilancio»), che però – per lavorare – ha bisogno di tempo e quindi dei 4 miliardi di Monti bond necessari per la continuità aziendale. E proprio qui arriva il riferimento allo statuto: se è vero che l'Europa chiede l'abolizione del tetto di voto del 4% per autorizzare gli aiuti, non sono accettabili «posizioni pregiudiziali e ideologiche sul limite del diritto di voto», recita la mozione della maggioranza approvata ieri, «così come quelle perseguite in passato» sul possesso del 51% delle azioni della banca nel portafoglio della Fondazione Mps «che hanno determinato gravi danni al patrimonio della comunità».

 

In passato, ha concluso il sindaco, «una banda di delinquenti si è trovata a gestire una delle più grandi banche itraliane», oggi «servono atti che ci consentano di superare la situazione» e comunque in futuro «non possiamo più oensare che sia il Consiglio comunale il luogo dove si decide il futuro della Fondazione e della banca».

 

Una forte discontinuià, dunque, con l'attesa separazione tra politica e banca. Anche se la stessa mozione valorizza il ruolo del sindaco, visto che lo invita «a intraprendere tutte le azioni che riterrà necessari nei confronti degli enti sovraordinati (Unione Europea, Governo e Parlamento Italiano) al fine di tutelare e salvaguardare il ruolo locale e nazionale di Banca Mps».


Mentre a Siena si discuteva, a Piazza affari il titolo ha perso il 2,17%, in una giornata comunque pesante per buona parte dei titoli bancari.

 

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Persi (PD): ''Il Comune di Siena sostiene la messa in sicurezza di Banca e Fondazione Mps''

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Carolina Persi, capogruppo Pd al Comune di Siena interviene sui lavori del Consiglio Comunale del 12 Luglio scorso
 
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Carolina Persi, capogruppo Pd al Consiglio comunale

"Il primo consiglio comunale, dopo l’insediamento, si è occupato di Banca e Fondazione Mps, azienda e istituzione che costituiscono un patrimonio fondamentale per la città e che ora, dopo i gravi errori del passato, vanno messe in sicurezza. Una grande responsabilità ad un mese dall’insediamento del Sindaco". Questo l'inizio dell'intervento di Carolina Persi, capogruppo Pd al Comune di Siena, in merito al Consiglio comunale che si è tenuto ieri.

"Il cuore della mozione - continua Carolina Persi -, approvata dalla maggioranza e da Siena Futura, sono gli indirizzi per le nomine nella Deputazione Generale che spettano al Sindaco. Un documento che punta ad innalzare la competenza e la professionalità dei nominati, e che chiede alla Fondazione, nella consapevolezza dei  residui spazi di manovra rimasti, di esercitare in pieno il suo ruolo di azionista di maggioranza relativa, per costruire un nuovo assetto di governo della Banca, nel quale continui ad esercitare il suo peso. E’ così che si mantiene il legame tra Siena e la Banca Mps, con le relative e fondamentali ricadute occupazionali ed economiche. Uno sforzo che si colloca in una fase difficilissima perchè la Banca è ancora impegnata nel risanamento, stabilizzazione patrimoniale e rilancio. Il prestito di Stato, che è al vaglio delle autorità europee, rimane uno strumento molto oneroso ma del tutto preferibile ad altre soluzioni che potrebbero penalizzare gli azionisti, e nel nostro caso la Fondazione, la città ed il territorio. 

La sfida che abbiamo davanti è tenere tutto insieme: rilancio della Banca, per il quale servono anche capitale e nuovi soci; salvaguardia dei livelli occupazionali; ricostituzione di un indotto che produca ricadute per le aziende senesi ed assicuri un mercato al polo della monetica in cui andrà ad operare la nuova società esternalizzata; costruzione di una governance che assicuri il legame con Siena e l’indipendenza strategica; la messa in sicurezza della Fondazione Mps, con l’estinzione del debito e la diversificazione del suo patrimonio. La maggioranza, ha prodotto uno sforzo di elaborazione, coerente con il rispetto dei ruoli dei diversi soggetti in campo, con un metodo collegiale e trasparente che non ha escluso nessuno. Coloro che invece hanno presentato, molto prima, una propria mozione hanno scelto di chiamarsi fuori da questo passaggio così delicato, per continuare quella battaglia personalistica contro l’attuale management della banca che prese avvio dalle nomine del 2012. 

I consiglieri del Pd hanno svolto un ruolo importante per favorire la coesione e l’unità e per far comprendere alla città la delicatezza del passaggio che non era un referendum su un articolo dello statuto, quanto il dover prendere atto di una situazione molto difficile ed individuare le migliori soluzioni possibili nell’interesse della comunità senese. I prossimi passaggi dall’assemblea della Banca della prossima settimana, alle nomine per la nuova Fondazione Mps, al negoziato con Bruxelles vanno affrontati con questa serietà e rigore lessicale, anche per non ricadere nelle centrifughe mediatiche nazionali".

MPS, Faenzi (Pdl): ''Abbattimento del vincolo enorme mistificazione ai danni di Siena''

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La commissaria del Pdl: «Salvaguardare rapporto tra banca e territorio e si premi professionalità e competenza anziché vicinanza ai partiti
 
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Monica Faenzi, commissario del Pdl di Siena

«Una enorme mistificazione, le cui conseguenze andranno a gravare sull’intera comunità senese, e le cui responsabilità sono evidenti a tutti». Così il commissario del Popolo della Libertà di Siena Monica Faenzi all’indomani dell’approvazione della mozione con cui il Consiglio comunale di Siena dà il suo via libera all’eliminazione del vincolo del 4% al diritto di voto in seno al Monte dei Paschi. Mozione approvata dalla quasi totalità della maggioranza che sostiene il sindaco Valentini.

«Voler far passare il messaggio che l’abbattimento del vincolo è la condizione necessaria per l’entrata di nuovi capitali è assolutamente fuorviante. E ancor più fuorviante è associare questo ennesimo colpo a Siena come la via principale per minimizzare l’influenza della politica sulla banca. L’uno e l’altro obiettivo – di per sé condivisibili – potevano e dovevano essere perseguiti percorrendo vie alternative, non certo tagliando formalmente l’ultimo filo che lega la banca alla città. Siamo consapevoli – prosegue la commissaria - che le complesse vicende – più o meno recenti – che hanno visto protagonista il Monte dei Paschi richiedevano decisioni forti, ma non certo colpi di mano mascherati da assunzioni di responsabilità. L’abbattimento del vincolo del 4% non garantirà infatti l’eliminazione dei rapporti tra politica e banca, ma solo quelli tra banca e città. Nell’interesse di Siena e dei senesi auspichiamo che nella definizione dei nuovi assetti ed indirizzi dell’istituto si approvino clausole che salvaguardino il legame storico tra MPS e territorio e che nella selezione delle figure che andranno a ricoprire ruoli di vertice in seno alla Fondazione siano premiate le competenze manageriali anziché le appartenenze politiche», conclude Faenzi.

Da: Sienafree.it