“L'abolizione della soglia del 4%, come dovrebbero sapere bene coloro che in questi anni hanno avuto ruoli di primo piano in Banca Mps, partecipate e Fondazione Mps, risponde al principio di concorrenza e contendibilità degli assetti proprietari, quale mezzo una per sana e prudente gestione”. Inizia così l'intervento del consigliare provinciale del Partito democratico, Alberto Taccioli rispetto al dibattito sulla modifica statutaria di Banca Mps.
“Se al momento dell’acquisizione di Banca Antonveneta – si chiede Taccioli - l’azionariato di Mps fosse stato più articolato e avesse previsto almeno un socio più forte (sopra il 4%) la Banca avrebbe preso le stesse decisioni? Questa è la domanda che ci poniamo oggi e sulla quale riflettere per evitare il ripetersi di errori di autoreferenzialità”.
“Banca Mps – dice Taccioli - ha un'esigenza fortissima di consolidarsi a livello patrimoniale per non scendere nel ranking nazionale e forse anche in quello regionale. Numerose sono le domande che la nostra comunità e chi ha responsabilità di governo dovrebbero porsi. Chi potrebbe oggi dirsi disponibile a intervenire in un ipotetico salvataggio di Banca Mps, senza disporre della possibilità di prendere decisioni all’interno del Cda? Come si pensa di rispondere alla lettera del Ministero del Tesoro che chiede l'abolizione della soglia del 4% come condizione imprescindibile per ottenere il via libera sugli aiuti statali?”.
“Alla luce della difficile situazione economica in cui versa la Fondazione - continua Taccioli - Mps necessita di soci stabili per mantenere ad alti livelli la Banca e per fare in modo che a Siena rimangano la direzione generale e i principali uffici. Quale potrebbe essere l'alternativa? C’è chi parla di nazionalizzazione e di un ridimensionamento di Mps a banca regionale o interregionale, con tutte le drammatiche conseguenze sull’occupazione e sull’indotto che ciò comporterebbe. Cosa può offrire la città ai soci stabili? Si vuole che il socio stabile faccia beneficenza? Neppure lo stato, come abbiamo visto, (leggi Tremonti o Monti bond) fa beneficenza”.
“Oggi la comunità – conclude Taccioli – non ha bisogno di illusioni, ma soprattutto di impegno per ‘salvare il salvabile’. Dobbiamo ripartire con nomi nuovi e alti profili lasciandoci alle spalle l’era dei ‘banchieri della domenica’, come quelli che un anno fa erano contrari alle dimissioni di Mancini e che oggi dicono che non rappresenta più la nostra comunità. Con queste basi e con la demagogia delle opposizioni sarà durissima. L’auspicio è che, nonostante ciò, una governance solida per la Banca e la Fondazione, accompagnino Siena nel difficile cammino verso il futuro, risollevando la città e la sua economia”.
Da: Sienafree.it