Prossimo CdA potrebbe proporre eliminazione....
del tetto del 4%. Lo hanno detto a Reuters due diverse fonti vicine al dossier.
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* Riunione martedì 11 giugno dopo elezione sindaco e prima di piano a Bruxelles
* Titoli in forte rialzo, analisti e mercato credono ad abolizione limite statuto
* Profumo e Viola per banca più contendibile, facilita ricerca nuovo socio (aggiunge dettagli, contesto)
di Stefano Bernabei
ROMA, 5 giugno (Reuters) - Il consiglio di amministrazione di Mps in una riunione prevista per il prossimo 11 giugno, potrebbe mettere all'ordine del giorno la proposta di convocazione di un'assemblea straordinaria per eliminare il tetto del 4% ai diritti di voto ai soci diversi dalla Fondazione.
Lo hanno detto a Reuters due diverse fonti vicine al dossier.
"Si spera che il cda dell'11 giugno possa essere quello in cui si decide di convocare una assemblea per l'abolizione del limite del 4%. Va fatto entro il 17", ha detto la fonte.
Il 17 giugno la banca deve presentare alla Commissione europea il piano di ristrutturazione a cui è legato il via libera agli aiuti pubblici per oltre 4 miliardi. Il piano prevede anche un aumento di capitale riservato a nuovi soci da un miliardo di euro come parte importante delle azioni per rimborsare l'oneroso prestito pubblico.
"E' molto probabile che entro la scadenza del 17 giugno possa partire dal consiglio o una effettiva convocazione di un'assemblea o magari, una dichiarazione di impegno a convocarla a breve" per modificare lo statuto, ha detto una seconda fonte autorevole vicina al dossier.
Il destino del tetto statutario del 4% ai diritti di voto che vincola i soci Mps diversi dalla Fondazione potrebbe decidersi dunque tra lunedì 10, dopo l'elezione del nuovo sindaco di Siena, e lunedì 17, quando la banca presenterà a Bruxelles il piano.
Il mercato che oggi ha premiato il titolo con un rialzo del 4,38% mostra di credere che sia ormai fatta.
Un analista, che preferisce non essere citato, dà per scontato che quel limite "debba cadere con gli impegni che la banca prenderà con Bruxelles" perchè ai tecnici europei certamente non dispiace che Mps diventi più contendibile e si doti di una governance più efficace come chiesto dalla Banca d'Italia.
Il presidente Alessandro Profumo e l'AD Fabrizio Viola hanno a più riprese chiarito che cancellare il tetto del 4% è essenziale per attrarre nel capitale un nuovo socio.
Ora l'auspicio dei manager, incalzante soprattutto nell'ultima assemblea di bilancio, potrebbe subire una accelerazione.
La seconda fonte avverte, tuttavia, che prima delle prossime riunioni del cda "occorre si creino i presupposti affinchè una proposta di delibera per abolire il 4% venga accettata dall'assemblea dei soci. Non si può correre il rischio di una bocciatura".
La convocazione di questo consiglio ufficialmente non c'è ancora, l'ordine del giorno quindi neanche e la prudenza è d'obbligo.
Soprattutto di mezzo c'è ancora la complessa rete di stakeholder della banca senese e soprattutto la politica.
BALLOTAGGIO PER NUOVO SINDACO 9 E 10 GIUGNO
La città vota per il ballottaggio per l'elezione del nuovo sindaco domenica e lunedì.
Il candidato di centro destra, Eugenio Neri, ha fatto ancora oggi una nota per dire che quel limite deve essere mantenuto.
L'altro, Bruno Valentini in vantaggio dopo il primo turno e candidato del centro sinistra, non è uscito troppo allo scoperto. Il Pd, che da sempre governa la città, probabilmente avallerà questo cambiamento storico, ma dirlo ad alta voce ad urne aperte è altra cosa. Entrambi i candidati sanno che eliminare la protezione del 4% significa aprire la banca alla possibilità di un passaggio di controllo, oggi ancora con il 33,7% in mano a una indebitata Fondazione.
"E' difficile prevedere cosa succede fino a quando non verrà eletto il nuovo sindaco. Ma che questa modifica debba avvenire non può più essere messo in dubbio", spiega la seconda fonte.
Per togliere quel limite dallo statuto serve una assemblea straordinaria, la cui convocazione richiede parecchie settimane, ma già la sola richiesta di convocazione dei soci sarebbe il segnale che c'è un accordo e quello potrebbe essere portato nel carnet di impegni a Bruxelles.
"In generale, una volta che il piano di ristrutturazione è pronto, la Commissione ha una scadenza di due mesi per prendere una decisione", ha detto un funzionario della Commissione a cui è stato chiesto entro quanto tempo poi Bruxelles dirà cosa pensa del piano. Quindi a metà agosto.
Per quella data si sarà insediato il nuovo gruppo dirigente della Fondazione, con la deputazione e il presidente Gabriello Mancini, che scadono a inizio agosto.
Nel frattempo il piano industriale dello scorso giugno, base su cui il management costruisce il nuovo piano aggiornato da presentare a Bruxelles, aveva uno scenario macroeconomico più favorevole che andrà corretto e prevedeva di rimborsare 2,9 miliardi di Monti bond entro il 2015 restando la banca con un debito verso il Tesoro di 475 milioni.
La banca, però, ha dovuto chiedere 500 milioni in più allo Stato dopo aver scoperto i problematici effetti dei contratti Santorini ed Alexandria e la recessione rende più pesante del previsto il costo di copertura dei crediti in sofferenze e meno certo e veloce il ritorno alla redditività.
Viola ha detto che la banca lavorerà ventre a terra per cercare di pagare gli interessi al Tesoro e rimborsare il debito con lo Stato con la propria ritrovata capacità di fare utili.
Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha parlato nelle Considerazioni finali del 31 maggio del piano di ristrutturazione del Monte: "ha obiettivi ambiziosi; il suo successo dipenderà anche dall'evoluzione del contesto economico e finanziario del Paese".
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