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QUANTO COSTA COMPRARE A RATE COL COSTO DEL DENARO AL 4,25%

La Bce taglia i tassi. Come cambieranno le condizioni praticate dalle banche alle famiglie per i prestiti immobiliari e sul credito al consumo. Sileoni: «Spinta al pil, Eurotower indipendente da Fed»

QUANTO COSTA COMPRARE A RATE COL COSTO DEL DENARO AL 4,25%

CASE, AUTOMOBILI ED ELETTRODOMESTICI

QUANTO COSTA COMPRARE A RATE COL COSTO DEL DENARO AL 4,25%

LE BANCHE RIDURRANNO GLI INTERESSI DOPO I TAGLI BCE

TASSI AL 3,45%: RISPARMI 62MILA EURO SU UN MUTUO DA 200MILA EURO DI 25 ANNI

Quanti sono i mutui erogati dalle banche italiane? E a quanto ammonta il credito al consumo? Quante sono le famiglie indebitate? E come sono cambiate le rate dei vari tipi di finanziamento alla luce dell’aumento del costo del denaro dalla Banca centrale europea, con 10 rialzi in 14 mesi? Lo scorso 14 settembre è stato deliberato l’ultimo aumento del costo dl denaro, pari a un quarto di punto percentuale, portando il tasso base dal 4,25% al 4,5%. Dopo 10 rialzi consecutivi, nelle successive riunioni di fine 2023 e di inizio 2024, la Bce ha lasciato i tassi fermi, ma nella riunione del 6 giugno è stata avviata l’auspicata riduzione il costo del denaro è sceso al 4,25%. L’impatto sui mutui, nei mesi scorsi, è stato assai rilevante. Ecco alcuni dati e previsioni su come è mutato il credito alle famiglie del nostro Paese, come sono già cambiati e come potrebbero evolvere i tassi d’interesse.

Le famiglie indebitate, in Italia, sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Nel corso del 2022 e del 2023, i tassi di interesse sui prestiti sono assai aumentati con il costo del denaro progressivamente arrivato al 4,5%. Da alcuni mesi, tuttavia, le banche, in previsione di un ritorno a una politica monetaria meno restrittiva da parte dell’Eurotower, hanno anticipato la prevista riduzione dei tassi e la discesa potrebbe proseguire nei prossimi mesi. Di qui, vantaggi giù significativi per le famiglie, sia per comprare casa sia per comprare automobili o elettrodomestici. I tassi sui mutui sono già diminuiti a una media del 3,69%, rispetto a livelli medi superiori al 5% del 2023 e potrebbero calare ancora al 3,45%: una riduzione che comporterà, nel caso di un prestito immobiliare di 25 anni da 200.000 euro, un risparmio complessivo di quasi 62.000 euro (-17%). I tassi sul credito al consumo sono scesi a una media dell’8,93%, dopo picchi superiori al 14%, e potrebbero calare ancora all’8,5%: vuol dire che un’automobile da 25.000 euro comprata interamente a rate, con un finanziamento di 10 anni, costerà quasi 11.000 euro in meno (-22,2%) rispetto al 2023; mentre per una lavatrice da 750 euro, con un credito di 5 anni, il risparmio, nei prossimi mesi, sarà di 155 euro (-14%).

Per quanto riguarda i mutui erogati lo scorso anno, le rate di quelli a tasso fisso erano di fatto raddoppiate, mentre per quelli a tasso variabile il “rimborso” mensile è salito del 60-70% o anche oltre. Quanto ai vecchi mutui, invece, nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subìto aumenti fino al 78% e adesso potrebbero imboccare un percorso per una progressiva riduzione. Il 2023 è stato un anno particolarmente difficile e costoso per i mutui, il peggiore dal 2009. Cosa attendersi adesso?

I PRESTITI DELLE BANCHE ALLE FAMIGLIE

  • Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine marzo 2024, a 423,4 miliardi di euro, in crescita di circa 33 miliardi rispetto a fine 2020 (+9%), ma in calo di 3 miliardi rispetto a fine 2022 (-1%). Sul totale di 423,4 miliardi erogati, circa un terzo, cioè 144 miliardi, è a tasso variabile e i restanti 279 miliardi sono a tasso fisso
  • Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo sono circa 3,5 milioni, su complessivi 6,8 milioni di cittadini indebitati anche con altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali.
  • Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 244 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in leggero calo con i valori di fine 2020 e in progressivo rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse registrato a partire da luglio 2022.

 

L’AUMENTO DEI TASSI BCE E LE RATE DEI MUTUI

  • Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati fino alla fine del 2021 / inizio 2022, non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso.
  • Le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono cresciute fino al 78% in più: vuol dire che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 890 euro ovvero 390 euro in più; è molto probabile che, alla luce della decisione del 6 giugno, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano iniziare una progressiva discesa, anche se è difficile, al momento, indicare una traiettoria precisa.
  • A partire da luglio 2022, i nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa l’1,8% anche fino a oltre il 6% nel 2023 con le rate mensili che, pertanto, sulla base delle offerte delle banche, erano anche più che raddoppiate. Negli ultimi mesi, le banche hanno iniziato una progressiva riduzione dei tassi praticati alle famiglie con il tasso medio fisso che è sceso al 3,69% a marzo scorso, che adesso potrebbe scendere al 3,45%. La riduzione è stata meno accentuata sui mutui a tasso variabile con la media stabile sopra il 4%.
  • Nel corso del 2023, i nuovi mutui a tasso variabile erano arrivati anche oltre il 6% dallo 0,6% di fine 2021, oggi la media è pari al 3,67%: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile è di 1.180 euro, ben 515 euro in più (+77,4%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta due anni fa ovvero 665 euro.

 

SIMULAZIONE MUTUO PRIMA CASA 200.000 EURO

  • Mutuo 200.000 euro: tasso fisso medio 3,45%, durata 25 anni = rata mensile 1.006 euro
  • Mutuo 200.000 euro: tasso fisso medio 5,25%, durata 25 anni = rata mensile 1.212 euro
  • -207 euro al mese, – 2.480 euro l’anno. Totale mutuo -61.977 euro (-7%)

 

AUTOMOBILE O ELETTRODOMESTICO A RATE: QUANTO PAGO OGGI E QUANTO RISPARMIO?

  • A fine 2021 il tasso d’interesse medio era dell’8,1%, alla luce della decisione del 14 settembre, quando il costo del denaro ha toccato quota 4,5%, è arrivato fino al 14,55%. Nel corso del 2023 la media è scesa all’8,93% e potrebbe calare a breve fino all’8,5%
  • per acquistare un’automobile da 25.000 interamente a rate, con un finanziamento da 10 anni, il costo totale è passato da 37.426 euro di fine 2021 a 48.961 euro di fine 2023, mentre adesso potrebbe scendere a 38.101 euro, con un risparmio complessivo di 10.859 euro (-22,2%) rispetto ai tassi di fine 2023
  • per acquistare una lavatrice da 750 euro interamente a rate, con un finanziamento da 5 anni, il costo totale è passato da 942 euro di fine 2021 a 1.106 euro di fine 2023, mentre adesso potrebbe scendere a 951 euro con un risparmio complessivo di 155 euro (-14%) rispetto ai tassi di fine 2023.

BCE: SILEONI, TAGLIO TASSI SPINGERÀ CRESCITA PIL

MIGLIORANO CONDIZIONI BANCHE PER MUTUI E PRESTITI

BANCA CENTRALE EUROPEA NON HA ASPETTATO FED

«La riduzione del costo del denaro decisa oggi dalla Banca centrale europea rappresenta una svolta fondamentale per l’area euro: per le banche, che in parte avevano già anticipato da mesi il taglio dei tassi, ci sarà l’occasione, nei prossimi mesi, di migliorare ulteriormente le condizioni praticate sui mutui alle famiglie e sui prestiti alle imprese. Nell’arco del 2024, saranno probabilmente deliberate altre riduzioni da parte della Bce, con il tasso base che entro dicembre potrebbe scendere al 3,5%-3,75%. L’inflazione, pertanto, dovrebbe restare su livelli decisamente meno preoccupanti rispetto alle fiammate del 2022 e del 2023, favorendo così la stabilità dei prezzi. Ne conseguirà, complessivamente, un vantaggio per il ciclo economico, a partire dai consumi per arrivare al mercato immobiliare e non solo, con una spinta significativa alla crescita di tutto il pil sia della zona euro sia, in particolare, dell’Italia. La decisione di oggi ha anche un importante significato politico, poiché la Bce ha mostrato la capacità di essere indipendente dalle scelte della Federal reserve americana, che da sempre condiziona la politica monetaria europea: stavolta la Bce ha deciso di tagliare il costo del denaro nonostante la Fed abbia recentemente rinviato la riduzione sul dollaro». Lo dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commentando la riduzione del costo del denaro dal 4,5% al 4,25% e lo studio della Federazione autonoma bancari italiani sui tassi praticati dalle banche alla clientela.

FONTE FABI