Tononi si dimette. Il Tesoro: avanti con il piano
Nel frattempo il CdA ha nominato Marco Morelli, Amministratore Delegato e Direttore Generale di MPS
Le dimissioni del presidente Massimo Tononi, arrivate nel consiglio di amministrazione che ha nominato Marco Morelli Amministratore Delegato e Direttore Generale del Monte dei Paschi, non cambiano la strategia del governo e di Siena, che punta tutto sul piano di salvataggio approvato dalla Banca centrale europea a fine luglio. L’Economia non commenta ufficialmente le dimissioni di Tononi, ma si valuta positivamente il fatto che la sua uscita diventerà operativa solo dopo l’assemblea chiamata a mettere in campo l’avvio effettivo del piano.
L’attuazione è ora pienamente nelle mani del neo amministratore delegato Morelli, che già conosce a fondo Rocca Salimbeni per esserne stato fra 2006 e 2010 vicedirettore generale e Cfo e quindi non ha bisogno del periodo di rodaggio per conoscere l’azienda prima di mettersi alla guida della sfida sul capitale.
Il piano studiato con Jp Morgan che a fine luglio ha ottenuto il via libera della Banca centrale europea, insomma, prosegue, anche se come ha sottolineato nei giorni scorsi lo stesso ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sui tempi per raggiungere il traguardo è difficile fare previsioni: tutto dipende dalla disponibilità dei mercati a rimettere soldi nella banca più “problematica” del sistema Italia in un momento in cui, ha fatto notare il titolare dell’Economia, le incognite internazionali sulla stabilità del sistema sono accresciute anche dal referendum costituzionale. L’evoluzione della governance del Monte potrebbe quindi portare ad aumentare ulteriormente la centralità di Morelli, il perno su cui ruota la scommessa che deve riportare in territorio sicuro la più antica banca d’Europa: e un ceo forte può aiutare ad accelerare i tempi.
Il Monte si ripresenterà ai mercati con un vertice completamente rinnovato, dopo l’uscita dell’AD Fabrizio Viola che insieme a Tononi aveva seguito l’ultimo aumento di capitale dell’anno scorso. E proprio la necessità di dare vita a una banca totalmente nuova, pulita non soltanto dagli NPL ma anche dal proprio passato, sarebbe emersa tra i sondaggi effettuati sui potenziali nuovi azionisti: da qui la decisione di sostituire il top del management, prima di tutto Viola.
L'impianto dell'operazione Mps resta dunque invariato: il primo passo sarà l'operazione “pulizia” data dalla cessione del portafoglio di non-performing loans per un valore nominale di 27 miliardi e al netto delle garanzie di circa 9 miliardi. Soltanto dopo la realizzazione di questa vendita potrà nascere la good bank, il nuovo Montepaschi sul quale è mirato l'aumento di capitale. I tempi della cartolarizzazione sono molto lunghi, date le dimensioni dei crediti cattivi e la pluralità di controparti.
La due diligence, scattata agli inizi di agosto, è ancora in corso: la banca deve recuperare i dettagli di tutti i contratti dei NPLs, per poterli dare agli esperti del recupero crediti, i cosiddetti servicers. Sulla base di questa documentazione sarà possibile stabilire, sia pur a grandi linee, la dimensione della tranche senior della cartolarizzazione. Questo importo sarà anticipato dal bridge loan: JP Morgan - e con essa è prevedibile un gruppo di investitori - dovrà stipulare il prestito ponte alla società-veicolo, per consentirle di acquistare i NPLs anticipando al massimo i tempi della cartolarizzazione. A cessione fatta, la banca “pulita” potrà rivolgersi al mercato per l'aumento di capitale. Nelle prossime settimane dovranno anche essere sciolti gli ultimi nodi sull'operazione volontaria di debt-to-equity swap sui prestiti subordinati: l'inclusione dei risparmiatori privati rischia di allungare i tempi dell'operazione e potrebbe complicare ulteriormente il processo, in quanto andrebbero rispettati dei criteri Mifid (la sostituzione di uno strumento meno rischioso con uno più rischioso). In quanto alla conversione dei subordinati in azioni riservata agli investitori istituzionali, si dovrà invece tener conto delle azioni che dovranno essere disponibili per i nuovi azionisti, anche anchor.