MPS: cda in corso
Sul tavolo risposta a Bce su aumento capitale
Il consiglio della Banca Mps sta discutendo da questa mattina alle 11,00 l'esito dell'incontro che i vertici della banca hanno avuto ieri a Francoforte con la vigilanza Bce per calibrare tempi ed entità dell'aumento di capitale, finora fissato a 2,5 miliardi.
La banca dovrà formalizzare una risposta alla Bce che ha chiesto a Mps di colmare una carenza di capitale da 2,1 miliardi emersa con lo stress test e di avere un target di capitale pari a un CET1 del 14,3% una volta attuato l'aumento per coprire lo shortfall.
L'incontro di ieri a Francoforte, nelle intenzioni della banca, mira a ridimensionare le richieste di capitale prudenziale fatte da Francoforte. Per fare questo il presidente Alessandro Profumo e l'AD Fabrizio Viola stanno valutando con la vigilanza unica della Bce se effettivamente siano da svalutare tutti i circa 3 miliardi residui di crediti non performing emersi statisticamente nella valutazione sugli attivi (Aqr) e in quel caso imputarli al quarto trimestre 2014 chiudendo il bilancio con una pulizia profonda delle sofferenze. Quali e quanti crediti andranno rettificati è l'oggetto dell'interlocuzione tra banca e Bce che non è ancora conclusa e che una fonte che sta seguendo questa vicenda ritiene si protrarrà oltre la metà di febbraio, data possibile il 18 febbraio. Questo avrebbe un impatto sui tempi del prospettato aumento di capitale da 2,5 miliardi che la banca vuole lanciare a marzo o a maggio. Se Bce ritarda il suo via libera, la prima finestra si chiude.
Nel frattempo, Mps chiuderebbe il bilancio rettificando crediti per quanto ha concordato con Bce. Questo, anche secondo una interpretazione della Banca d'Italia, consentirebbe di ridurre il 14,3% richiesto di CET1 a un livello più basso e raggiungibile senza altre azioni oltre a quelle previste dal capital plan presentato. Avrebbe anche l'effetto di abbassare, per le rettifiche scritte in bilancio, il CET1 a fine 2014 di Mps che, alla fine del terzo trimestre, era del 12,8%.
A questo punto la banca con meno sofferenze e meno attivi ponderati per il rischio potrebbe anche valutare di ragionare sull'entità dell'aumento per avere una maggiore solidità prospettica, magari rassicurando in questo modo la vigilanza anche sulla sostenibilità del modello organizzativo e strategico.
I suoi advisor stanno lavorando parallelamente sia alla preparazione dell'aumento sia alla ricerca di una integrazione strategica, cioé un compratore.
"Mps non ha fatto sapere niente al consorzio di collocamento, sicuramente Bce avrà chiesto qualcosa di più, probabilmente in termini di aumento di capitale ma ancora non lo sappiamo", dice una fonte bancaria che non sembrerebbe sorpresa da un ipotesi di un ritocco al rialzo dell'entità dell'aumento.
"Se consolidi con qualun altro, allora può essere utile fare un aumento più grande, in modo che il compratore abbia qualcosa di più solido. E se il progetto è buono gli investitori arrivano", aggiunge, pensando a come il mercato accoglierebbe la richiesta di mezzi freschi.
L'aumento prospettato per 2,5 miliardi serve a coprire la carenza di capitale da 2,1 miliardi e ripaga il debito residuo di Monti bond ricevuti: 700 milioni fino al 2016 sono già conteggiati con lo stress test e 321 milioni al 2017 sono il residuo netto.