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MPS: colpi di scena e volatilità sul titolo

Questa mattina si è passati da -5,78% a + 1,33%

MPS: colpi di scena e volatilità sul titolo

Da Professione Finanza


Mps, colpi di scena e volatilità sul titolo (vai alla scheda del titolo MPS)

L'assemblea di sabato è stata una dei pochi casi di colpi di scena e braccio di ferro tra la Fondazione e cda. Aperta una spaccatura tra management e proprietà. E ora? Riflettori sulle mosse dei vertici.

30/12/2013 Stefania Pescarmona

 

 Mps sugli scudi a Piazza Affari, dopo che la Fondazione, sabato in assemblea, ha bocciato la decisione del cda di procedere all'aumento di capitale entro gennaio. Il titolo, che oggi in Borsa non riusciva a fare prezzo, è stato travolto dalle vendite, per poi virare al rialzo. In ogni caso, il Monte si prepara ad archiviare un anno horribilis: rispetto alla fine del 2012, infatti, le azioni Mps sono scese oltre il 20 per cento. Un duro colpo per gli azionisti del Monte, che hanno duvuto fronteggiare un anno pieno di colpi di scena. L'ultimo è quello avvento in assemblea, sabato 28 dicembre, quando la Fondazione ha bocciato la decisione del cda di procedere all'aumento di capitale entro gennaio.

 

Assemblea bollente

Come aveva spiegato a PF lo scorso 28 gennaio, Edoardo Liuni di Trading Room Roma, “normalmente le assemblee ratificano quanto già deciso dai rispettivi cda, ma in alcuni casi l’appuntamento può rappresentare un fattore catalizzatore con effetti sul corso del titolo”. E così è stato per Rocca Salimbeni, che oggi è stata travolta prima dalle vendite. E poi dagli acquisti. “Se infatti nelle quotazioni delle azioni del Monte erano già scontate le decisioni prese dai cda, non lo erano invece  i colpi di scena delle assemblee”, prosegue Liuni.

 

Colpi di scena ed effetti in Borsa

Colpi di scena che, all'indomani delle assise, si sono riversati poi in varazioni dei prezzi delle azioni interessate”, spiega oggi Liuni, che poi aggiunge che, “con la bocciatura da parte dell’assemblea dei soci al piano di Profumo e Viola, si apre di fatto una spaccatura tra management e proprietà”. Lo scontro tra Fondazione e management rischia quindi di rallentare o mettere in pericolo il percorso di risanamento intrapreso dalla banca. “Il ritardo nella tempistica di reperimento delle risorse finanziarie per ripagare i debiti con lo Stato rischia di costare caro alle già disastrate casse dell’istituto senese. Ed è proprio questo che sta alimentando la volatilità sul titolo”, conclude Liuni.

 

Il futuro

Sabato la Fondazione Mps, presieduta da Antonella Mansi, non ha di per sé boicciato a priori la ricapitalizzazione. Ha bocciato la decisione del cda di procedere all'aumento di capitale entro gennaio, mentre ha approvato la proposta di effettuarlo non prima del 12 maggio 2014 ed entro il 31 marzo 2015, in forma scindibile, mediante emissione di azioni da offrire in opzione ai soci. Il mercato però ora si interroga sul futuro dei vertici del Monte, dopo le voci di dimissioni del presidente dell'istituto Alessandro Profumo, uno dei maggiori sostenitori dell'aumento di capitale in tempi brevi. Mansi auspica però che Profumo e l'ad, Fabrizio Viola, restino alla guida della banca senese, nonostante la contrarietà dei manager al rinvio a maggio dell'aumento di capitale da 3 miliardi di euro come deciso dall'assemblea degli azionisti sabato scorso. In un'intervista al Corriere della Sera, Mansi ha infatti detto: “La nostra non è mai stata una forma di sfiducia". E alla domanda se resteranno, ha risposto: "Non lo so, mi auguro che lo facciano perché la fondazione e l'assemblea non hanno criticato il piano su cui si sono impegnati. Ne hanno chiesto solo l'applicazione differita, di pochi mesi, sempre nell'ambito dei tempi dati dalla Ue".

Intanto, dal canto suo, il ministero dell’Economia ha fatto sapere di non essere interessato all’ipotesi della nazionalizzazione, identificando la priorità del governo nella restituzione dei Monti Bond.