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Processo Alexandria, 26 settembre prima udienza

Oltre cento testimoni convocati da pm e difensori. Tra loro funzionari di Bankitalia, Consob e Viola.

Processo Alexandria, 26 settembre prima udienza

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Processo Alexandria a ex vertici Mps

Oltre cento testimoni convocati da pm e difensori. Tra loro funzionari di Bankitalia, Consob e Viola. Il 26 settembre prima udienza

Siena, 19 settembre 2013 - NON CI SARANNO Mario Draghi o l’ex diretttore generale di Bankitalia e oggi ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, tra i testimoni chiamati in aula nel processo immediato a carico di Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri.

Ieri, infatti, scadevano i termini per presentare le liste dei testimoni e l’ex governatore di Bankitalia, così come il ‘superministro’ del governo Letta, non risulta essere stato inserito né tra quelli indicati dalla procura, né tra quelli indacati dai difensori (in quella depositata dagli avvocati Franco Coppi ed Enrico De Martino, difensori di Vigni, ci sono anche alcuni funzionari di Nomura).

Ci saranno, invece, l’attuale amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola, Gianni Contena, Valentino Fanti, Marco Morelli, Tommaso Di Tanno e Daniele Bigi, oltre ad altri funzionari di Bankitalia (tra l’altro parte offesa nel procedimento), della Consob e due della banca d’affari americana Jp Morgan. Anche perché è proprio sulla base delle loro dichiarazioni, oltreché dell’«evidenza della prova» emersa dalle investigazioni condotte nel corso delle indagini preliminari, che lo scorso giugno il gip Ugo Bellini, con un’ordinanza di sei pagine, ha disposto il processo immediato nei confronti dell’ex presidente, dell’ex direttore generale e dell’ex capo dell’area finanza di Mps. Tutti e tre gli imputati dovranno rispondere del reato di ostacolo alle funzioni dell’autorità di vigilanza in concorso, reato che per i magistrati avrebbero compiuto «occultando» il contratto di mandate agreement tra Mps e Nomura per la ristrutturazione del derivato Alexandria. Contratto che il nuovo management rinvenne nell’ottobre dello scorso anno nella cassaforte dell’ex direttore generale Antonio Vigni, consegnandolo immediatamente ai magistrati. «Ho custodito la lettera nella mia cassaforte — ha spiegato Vigni nel corso dell’interrogatorio del 9 febbraio scorso — perché Baldassarri mi aveva detto che era un documento delicato. Mi sono sempre fidato ciecamente di Baldassarri». E, in effetti, quel documento delicato lo era davvero: «l’unico documento che lega la complessiva operazione con Nomura è la lettera di mandato», come ha spiegato sempre Vigni ai pm.

Complessivamente le liste di accusa e difesa sarebbero composte da un centinaio di nomi, ma molti sono richiamati sia dai pm sia dagli avvocati Filippo Dinacci (legale di Baldassarri), Tullio Padovani e Fabio Pisillo (Mussari) e Coppi-De Martino (Vigni). Alla fine, probabilmente, la lista si ridurrà a una quarantina di testi e sarà il giudice a decidere chi dovrà comparire. Tra i testimoni molto probabilmente ci sarà Enrico Bombieri, nel 2007 capo dell’investment banking di Jp Morgan, cui Mussari «fuori dal normale esercizio della professione» comunicò nel novembre del 2007 l’acquisto di Antonveneta prima delle comunicazioni ufficiali. Telefonata che è costata all’ex numero uno di Rocca Salimbeni anche l’accusa di insider trading nell’ambito del filone d’inchiesta relativo all’acquisizione della banca di Padova.


E proprio relativamente a quest’ultimo filone, le cui indagini sono state chiuse lo scorso 31 luglio con la notifica dell’avviso di conclusione ad undici indagati, c’è da registrare che con l’interrogatorio dell’ex vice direttore generale Fabrizio Rossi i pm titolari dell’inchiesta hanno concluso gli adempimenti previsti dal codice di procedura penale. Adesso i tre magistrati (Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso) hanno tempo sino al 3 ottobre per chiedere al gip il rinvio a giudizio degli 11 indagati o il loro proscioglimento.

Tommaso Strambi


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processo, alexandria